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Cosa si sono detti Giorgia Meloni e Donald Trump sulla panchina del G7 in Canada

Donald Trump e Giorgia Meloni si sono incontrati e hanno parlato brevemente faccia a faccia, immortalati su una panchina del G7 che si svolge in Canada – e che il presidente degli Usa ha poi lasciato in anticipo. I due hanno parlato soprattutto di Iran, Israele e Gaza, ma anche di dazi, a quanto risulta.
A cura di Luca Pons
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Giorgia Meloni è riuscita ad avere un incontro faccia a faccia con Donald Trump prima che il presidente degli Stati Uniti lasciasse in anticipo il G7 del Canada, in corso in questi giorni a Kananaskis. Il vertice è stato breve, prima della cena dei leader, ed è andato in scena su una panchina del Pomeroy Kananaskis Mountain Lodge, l'hotel in cui si tiene il summit. Dopo la cena, Trump se n'è andato. Al centro del confronto, secondo quanto riportato da Palazzo Chigi, ci sono stati tre temi: Iran-Israele, Gaza e i dazi.

"Il colloquio ha permesso di discutere dei più recenti sviluppi in Iran, riaffermando l’opportunità di riaprire la strada del negoziato", ha affermato la delegazione italiana. Su questo fronte sembra che sia arrivato poco di sostanziale, come d'altra parte dal G7 stesso: Trump ha firmato la breve dichiarazione congiunta dei leader che chiedono a Iran e Israele una de-escalation, prima di andarsene in anticipo dal summit e tornare negli Stati Uniti. A Washington ha convocato un consiglio di sicurezza nazionale nella Situation Room della Casa Bianca, per seguire gli sviluppi.

Sull'Iran quindi c'era poco margine per dei veri passi avanti nel confronto tra Meloni e Trump. La situazione è ancora in evoluzione, e la linea degli Stati Uniti tutta da chiarire. Sempre secondo Chigi, la presidente del Consiglio ha anche "ribadito la necessità, in questo momento, di lavorare per il raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza". È un tema che il dibattito internazionale ha messo in disparte negli ultimi giorni, dopo gli attacchi israeliani all'Iran e l'inizio del conflitto.

Meloni ha presentato a Trump il piano di cui aveva già parlato con altri leader europei. Serviva ancora un confronto con gli Stati Uniti, che hanno sempre sostenuto fortemente Israele sulla questione (solo verso la fine della presidenza Biden era arrivata qualche presa di posizione più ‘severa' sul tema, mentre con Trump è tornata apparentemente una linea di completo appoggio a Tel Aviv). Della Striscia si continuerà a parlare mentre si cerca un accordo per fermare lo sterminio della popolazione civile.

Infine, i dazi. La stampa tedesca già ieri ha anticipato che l'Unione europea sarebbe vicina a un accordo di massima con gli Stati Uniti, che potrebbe ‘cristallizzare' le tariffe al 10% sulle importazioni dei prodotti europei. Un modello simile a quello dell'accordo cinese, dove però Pechino ha avuto guadagni importanti ottenendo altre concessioni commerciali.

Il presidente Usa poco prima aveva avuto un incontro con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Meloni ha confermato "l’importanza del conseguimento di un accordo sul negoziato commerciale Ue-Usa". E in un post sui social la stessa presidente del Consiglio ha detto di aver ribadito "l’importanza di rafforzare la cooperazione transatlantica" dal punto di vista economico.

Stando al comunicato di Chigi ci sarebbe stato anche un accenno alle spese militari, l'altro grande tema con cui Trump fa pressione all'Europa. Si sarebbe parlato delle "prospettive del prossimo Vertice Nato dell'Aja", quello in programma per il 24 e 25 giugno. Questa dovrebbe essere la data in cui l'Alleanza atlantica chiederà ai propri membri di portare le spese per la difesa fino al 5% del Pil nei prossimi anni. Un impegno che richiederebbe all'Italia di aumentare il proprio esborso di circa 100 miliardi di euro all'anno, secondo le stime.

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