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Cosa dice il Documento di economia e finanza che il governo Meloni discuterà oggi

Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il Def, o Documento di economia e finanza, per il 2023. Con il Def, il governo fa un quadro della situazione economica. La stima per il Pil è che cresca dell’1%. Il dato sul deficit mostra l’intenzione di spendere tre miliardi di euro quest’anno.
A cura di Luca Pons
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Il Documento di economia e finanza, o Def, è una tappa fondamentale nella gestione economica dell'Italia. Ogni anno il governo in carica fa un quadro della situazione nazionale e internazionale, identifica quanto può e quanto vuole spendere nel corso dell'anno, e infine tira le somme e fa delle stime per il futuro, sia per la fine dell'anno in corso sia per i successivi.

Con questo documento, che poi viene aggiornato a settembre con la cosiddetta Nadef (Nota di aggiornamento al Def), si fa un quadro macroeconomico che è il primo atto importante di politica economica del governo Meloni, quest'anno. All'interno del quadro disegnato dal Def, infatti, si muovono tutte le altre politiche che l'esecutivo vuole portare avanti.

Il Pil cresce dell'1% nel 2023, rallenta la stima per il 2024

Il Consiglio dei ministri si riunirà oggi, 11 aprile, e dovrebbe discutere e approvare il Def. A curarlo è stato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che domani sarà a Washington per gli incontri del Fondo monetario internazionale. Secondo quanto è stato fatto filtrare dal ministero, la stima per il 2023 è che il Pil italiano cresca dell'1%. Rispetto all'ultima Nadef, risalente a novembre 2022, la previsione è aumentata, dato che allora il governo Meloni aveva previsto un +0,6%. Nei primi tre mesi dell'anno è stato registrato un miglioramento dell'economia, certificato anche dalla Banca d'Italia, che permette di essere più ottimisti per quanto riguarda la crescita.

Al contrario, è stata diminuita la crescita prevista nel 2024, che è passata da +1,9% a +1,4%. Il contesto internazionale, infatti, resta al momento abbastanza incerto da non potersi permettere stime troppo ottimistiche. Il governo Meloni ci ha tenuto a sottolineare, nelle prime informazioni fatte emergere sul Def, che è stato seguito un criterio di prudenza e economica serietà nei confronti dei conti pubblici. Ovvero, i margini di manovra sono limitati. I numeri esatti emergeranno dopo la riunione del Consiglio dei ministri, ma sia per quest'anno che per il prossimo non ci si dovrebbe aspettare spese particolarmente ambiziose. Su queste stime per il futuro, peraltro, pesa anche il dibattito sui fondi del Pnrr e se l'Italia riuscirà a utilizzarli.

Il governo ha tre miliardi di euro da usare quest'anno

Il deficit è il rapporto tra debito pubblico e Pil in un anno. In sostanza, misura quanto si indebita lo Stato in quel periodo. Nel 2023 l'obiettivo è al 4,5% del Pil. Questo dà un'indicazione significativa, perché invece nello stesso Def la previsione sul deficit "tendenziale", cioè se non ci fossero ulteriori interventi, è solo al 4,35%. Una differenza dello 0,15% del Pil di debito in più, che vale circa tre miliardi di euro. Ovvero, il governo ha in programma di spendere quest'anno circa tre miliardi di euro per i suoi interventi: potrebbe trattarsi di un provvedimento contro il caro bollette, come ha fatto sapere il ministero dell'Economia, oppure una misura per ridurre il debito pubblico.

Per i prossimi anni non c'è ancora una previsione precisa sul deficit, dato che l'unica indicazione è che sarà "oltre il 3%". L'obiettivo di lungo periodo, invece, riguarda proprio il debito pubblico. La differenza con il deficit è che il debito pubblico non è misurato su un solo anno, ma in generale. Oggi, il debito pubblico dell'Italia è attorno al 144,4% del Pil. L'obiettivo del governo è portarlo gradualmente, nel 2025, al 140,9%. Per ridurre il rapporto tra debito e Pil bisognerà seguire due strade: da una parte ridurre il debito, dall'altra aumentare la crescita economica e quindi il Pil.

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