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Opinioni

Cosa cambia con i tagli alla Sanità del Governo Renzi e chi ci rimette

Nel decreto Enti Locali inserite misure che danno attuazione al Patto per la Salute: il Governo conta di risparmiare oltre 7 miliardi di euro da qui al 2017.
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UPDATE: Ok del Senato alla fiducia sul dl Enti Locali – Con 163 voti a favore, 111 contrari e nessun astenuto, il Senato ha approvato il decreto legge sugli enti locali contenente anche le contestate norme sui tagli alla sanità. Sul provvedimento il Governo aveva posto la questione di fiducia. Il testo, che deve essere convertito in legge entro il 18 agosto, passa ora all'esame della Camera dei deputati per il via libera definitivo. "Dico no a qualunque ipotesi di taglio, che al momento non c’è. I risparmi non sono tagli. I 10 miliardi di cui si parla in queste ore sono il risparmio che possiamo ottenere in 5 anni applicando il Patto per la salute, con una riorganizzazione del sistema in termini di efficienza, controlli e verifiche, e si tratta di una somma da reinvestire nella salute in settori come l’innovazione e la ricerca, il personale e l’accesso ai nuovi farmaci" ha spiegato il Ministro della salute Lorenzin.

È in discussione al Senato della Repubblica il decreto legge “Misure finanziarie per gli enti territoriali”, approvato dal Consiglio dei ministri il 19 giugno del 2015. Si tratta del cosiddetto “Decreto Enti Locali” che, dopo l’esame del Senato della Repubblica dovrà essere discusso e approvato dalla Camera dei deputati, prima della scadenza del 18 agosto. Il provvedimento contiene una serie di misure per la stabilità finanziaria degli enti locali, tra cui la “soluzione” per la mobilità degli impiegati delle province, l’allentamento del patto di stabilità interno e risorse per l’ennesima tranche di pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. Sul testo il Governo ha posto la questione di fiducia, l'ennesima dall'inizio della legislatura.

All’interno del decreto, durante l’esame in Commissione, il Governo ha poi inserito misure “di diverso tipo”, provocando le proteste dell’opposizione, con Sel e M5S che hanno stigmatizzato l’eterogeneità del provvedimento ipotizzando una serie di rilievi di costituzionalità. Tra le misure maggiormente discusse ci sono appunto i “tagli alla sanità”: si tratta di modifiche all’articolo 9 del decreto, approvate in Commissione e ora al vaglio dell’Aula del Senato, che “tecnicamente” danno attuazione al patto per la salute 2014 – 2016, firmato da Regioni e ministero il 2 luglio del 2015.

I tagli alla Sanità disposti dal decreto Enti Locali

Gli emendamenti all’articolo 9 del Dl Enti Locali approvati in Commissione sono, come detto, volti “all'attuazione dell'intesa relativa alla spesa sanitaria ed alla revisione del patto per la salute 2014-2016” e al recepimento dei profili finanziari della legge di stabilità per il 2015. Tali misure comportano risparmi per circa 7 miliardi di euro, tramite la “riduzione del livello complessivo del finanziamento del Servizio sanitario nazionale, pari a 2.352 milioni di euro annui, a decorrere dal 2015” e fino al 2017. Le Regioni e le province autonome avranno la possibilità di “conseguire tali risparmi mediante misure alternative (purché assicurino l'equilibrio del bilancio sanitario rispetto al livello del finanziamento ordinario)”. In cosa si sostanzieranno queste misure alternative? O meglio, in poche parole, da dove arriveranno questi soldi?

Ecco, prima di tutto, l’articolo 9 ter stabilisce una serie di interventi sulla spesa per l’acquisto di beni e servizi in ambito sanitario che le Regioni possono ridurre o meno (in caso contrario dovranno comunque garantire i risparmi tramite le “misure alternative”). Con le nuove norme gli enti e le aziende del Servizio sanitario nazionale potranno ridiscutere i contratti con i fornitori di beni e servizi, in modo da ottenere risparmi fino al 5% della spesa: nel caso in cui non si raggiungesse un accordo, i contratti potranno essere risolti. Ogni Regione avrà poi un limite di spesa per i dispositivi medici, che in ogni caso non potrà superare il 4,4 percento del fabbisogno nazionale standard: nel caso in cui tale limite fosse superato, a pagare saranno comunque le imprese fornitrici. Ogni movimento di acquisto di dispositivi medici da parte delle strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale dovrà essere comunicato ai ministeri dell’Economia e della Salute tramite fattura elettronica. Cambierà infine il meccanismo di rimborso dei medicinali a carico del SSN, con l’Agenzia italiana del farmaco chiamata a definire entro dicembre un nuovo prontuario nell’ottica del risparmio per le casse dello Stato.

Grossi cambiamenti in arrivo per quel che concerne le “prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale” ed i ricoveri di riabilitazione in ospedale. È prevista infatti la decurtazione dello stipendio per quei medici che “eccedessero” nella prescrizione di visite specialistiche e ricoveri in ospedale; si dispone, inoltre, un tetto ai rimborsi per le cliniche e strutture private che forniscono tali servizi, oltre che una riduzione della tariffa regionale di rimborso per i ricoveri non conformi. L'obiettivo di tale provvedimento è spiegato da Repubblica:

Tanto per farsi un'idea: le prestazioni erogate ogni anno dal settore pubblico o privato sono circa 200 milioni: l'obiettivo sarebbe quello di ridurle del 15 per cento con il taglio di circa 28 milioni di prestazioni l'anno. Da questa operazione verrebbero risparmi per 198 milioni di euro l'anno.

In poche parole, i medici che prescriveranno esami ritenuti “non necessari o eccessivi” pagheranno di tasca propria e le strutture private in ogni caso non potranno “incassare” rimborsi dallo Stato senza alcun limite. Ma come sarà determinata la “punibilità” dei medici? Il comma 8 dell’articolo 9 – quater rimanda il tutto ad un “decreto del Ministro della salute, previa intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome”, che dovrà determinare “i criteri di appropriatezza dei suddetti ricoveri, tenendo conto della correlazione clinica del ricovero con la tipologia di evento acuto, della distanza temporale tra il ricovero e l’evento acuto e, nei ricoveri non conseguenti ad evento acuto, della tipologia di casistica”. Una volta stabilita la “non conformità” dei ricoveri o delle prestazioni specialistiche ai privati si applicherà la riduzione del rimborso.

Attenzione anche ai tagli degli emolumenti del personale sanitario: con l’articolo 9-quinquies, infatti, si stabilisce  che in presenza di “riorganizzazioni ospedaliere”, l'ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale possa essere ridotto in via permanente. Oltre alla riduzione delle spese per il personale, è in arrivo anche lo stop ai ricoveri nelle case di cura convenzionate con meno di 40 posti letto e vincoli sulla “degenza media” e sul tasso di ospedalizzazione.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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