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Zanda: “Per ripartire dare in pegno immobili dello Stato, anche Parlamento e Senato”

Fa discutere l’idea di Luigi Zanda, senatore e tesoriere del Pd, che in un’intervista a Repubblica parla della ricostruzione dell’Italia dopo l’emergenza: “Siamo in guerra, serviranno molti soldi per ripartire e nessun prestito ci verrà concesso. Perché non dare in garanzia gli immobili dello Stato?”. A stretto giro arriva la risposta di Salvini: “Giù le mani dall’oro degli italiani.”
A cura di Andrea Parrella
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Dare in garanzia il patrimonio immobiliare dello Stato per ricostruire l'Italia dopo l'emergenza Coronavirus. Questa l'ipotesi di Luigi Zanda, senatore e tesoriere del Partito Democratico. Oltre le analisi sui numeri, i bilanci del contagio e dei decessi, l'emergenza Coronavirus è inevitabilmente un tema sul quale la politica sta producendo elementi di discussione quotidiana. Zanda ha detto la sua in un'intervista a Repubblica, guardando oltre l'emergenza:

Oggi l’intera classe dirigente nazionale, a partire da governo e Parlamento, ha due priorità assolute […] La prima è la lotta senza quartiere alla pandemia del coronavirus. La seconda è il dopo, quando ricominceremo a vivere. Un dopo che va pensato e ben progettato perché durerà a lungo e sarà molto duro, avrà cioè una gestione assai più difficile di quanto oggi si immagini.

La proposta di Zanda

Le idee per consentire all'Italia di risollevarsi dovranno essere accompagnate e sostenute da risorse finanziarie importanti, "tanti tanti soldi" per ricostruire. Qualcosa che non sarà semplice reperire, sottolinea Zanda, facendo quindi la sua proposta: "Siccome nessun prestito ci verrà mai concesso senza garanzie per far fronte al nostro fabbisogno straordinario senza far esplodere il debito pubblico potremmo dare in garanzia il patrimonio immobiliare di proprietà statale". Il riferimento è agli edifici che ospitano uffici pubblici ed enti, tra cui anche Montecitorio e Palazzo Madama:

E perché no? Siamo in guerra. E poi parliamo di garanzia, non di vendita […] Si tratta di beni già iscritti nel bilancio dello Stato per un valore che si aggira intorno ai 60 miliardi. Ai quali aggiungere i beni degli enti locali e delle regioni, che sono censiti solo parzialmente e secondo alcuni valgono circa 300 miliardi. Per poi domandarsi se si possa far rientrare anche il demanio non strategico né militare, facendolo concorrere al grande sforzo che attende il Paese.

La risposta di Salvini: "Giù le mani dall'oro degli italiani"

Proposta, quella di Zanda, che ha già alimentato un prevedibile botta e risposta con l'opposizione. Il leader della Lega Matteo Salvini ha cassato poche ore quanto detto da Zanda: "Ci vogliono far fare la fine della Grecia, no, no… Non faremo la fine della Grecia. Ho letto con sgomento e stupore certe dichiarazioni un collega senatore… […] Giù le mani dall'oro degli italiani. Nessuno si sogni di mettere in discussione le riserve auree degli italiani. Giù le mani dai monumenti, dai porti, dall'oro, dai risparmi degli italiani. Giù le mani… Non svenderemo il nostro futuro".

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