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Covid 19

Coronavirus, ministro Manfredi vuole allargare agli atenei la circolare per le scuole

Il ministro dell’Università Gaetano Manfredi, in un’intervista a ‘La Stampa’ ha annunciato di voler allargare agli atenei le misure previste per gli studenti rientrati di recente dalla Cina, previste nella nuova circolare del ministero della Salute: “Ho scritto al ministro Speranza, per fare in modo che gli esperti si pronuncino sulla possibilità di estendere la validità di quelle stesse indicazioni anche agli atenei italiani”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi vuole estendere le misure di sicurezza pensate per le scuole, per far fronte all'emergenza coronavirus, anche agli atenei. Una nuova circolare per le scuole, emessa dal ministero della Salute, ha aggiornato le misure da prendere per trattare i casi di studenti tornati di recente dalla Cina. È stata quindi aggiornata la circolare del primo febbraio sulle indicazioni per gli studenti e i docenti di ritorno dalla Cina. Con l'aumentare della diffusione del virus si è reso necessario "il rientro di studenti che si trovano attualmente in Cina".

"La circolare non comprendeva, però, le nostre università ecco perché ho scritto al ministro Speranza, per fare in modo che gli esperti si pronuncino sulla possibilità di estendere la validità di quelle stesse indicazioni anche agli atenei italiani", ha detto Manfredi a ‘La Stampa'.

Il giornalista Federico Capurso chiede se non ci sia nessun rischio nel lasciar decidere autonomamente a chi torna dalla Cina, in assenza di sintomi, se frequentare o meno l'università. Il ministro risponde così: "I medici e gli esperti ci dicono che la possibilità di contagio esiste quando i sintomi, come la febbre, sono evidenti. Questo è il motivo per cui ci sarà una sorveglianza medica attiva, da parte delle Asl, per tutti quelli tornati dalla Cina negli ultimi 14 giorni. Alcune università hanno già provveduto ad alcune forme di protezione in questa direzione. Sono sicuro che con buon senso e responsabilità saremo in grado di gestire al meglio la situazione".

Anche le università hanno organizzato un monitoraggio, come avviene per le scuole primarie e secondarie, per gli studenti che nei 14 giorni precedenti il loro arrivo in Italia, siano stati nelle aree della Cina colpite dall'epidemia di coronavirus. Come ha sottolineato ieri la ministra della Scuola Azzolina si tratta di un monitoraggio portato avanti non dalle scuole, "ma delle Asl di riferimento. La questione è medica e non scolastica". Procedura analoga avviene negli atenei: "Lo stiamo portando avanti per i ricercatori e gli studenti che si trovano in Cina. È un monitoraggio nominativo. Due settimane fa avevamo 312 persone che avevano fatto richiesta di poter tornare in Italia. La scorsa settimana ne sono rientrati circa cinquanta e stanno continuando a tornare a decine. Tra poco dovremmo esaurire la nostra lista".  

Come ulteriore contromisura di sicurezza sono stati sospesi per decisione dei rettori i viaggi-stiudio in Cina: "È stato un nostro suggerimento, dato in accordo con la conferenza dei rettori – ha spiegato Manfredi – Ho scritto una lettera alle università e hanno tutti seguito l'indicazione, che è una forma di valutazione del rischio. D'altra parte sarebbe stato complicato continuare a far partire e rientrare studenti e ricercatori, in considerazione dell'epidemia che si stava diffondendo.

Nelle prossime ore è atteso il vertice di governo a Palazzo Chigi, con il presidente del Consiglio Conte e i ministri Di Maio e Speranza, per studiare una task force di contrasto al virus.

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