Ministra Lamorgese denuncia il sindaco di Messina De Luca per vilipendio
Il sindaco di Messina Cateno De Luca è stato denunciato dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese per vilipendio. Il primo cittadino nei giorni scorsi si era scagliato contro la titolare del Viminale, contro i Prefetti di Messina e Reggio Calabria, e contro il governo, accusandoli di non aver messo i Comuni nelle condizioni di far rispettare i decreti e le nuove restrizioni anti coronavirus, denunciando il flusso ininterrotto di automobilisti che continuano ad attraversare lo Stretto a bordo dei traghetti, e lamentando l'assenza di controlli da parte della Polizia.
Sono stati segnalati all'autorità giudiziaria i comportamenti tenuti dal sindaco De Luca, "perché censurabili sotto il profilo della violazione dell'articolo 290 del Codice penale (Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate)". La decisione, spiega il Viminale in una nota, è stata assunta dalla ministra dell'Interno, "a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell'immagine per l'intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari".
"Proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione, le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all'indirizzo del ministero dell'Interno, appaiono – sottolinea il ministero – inaccettabili, e quindi censurabili sotto il profilo penale, per il rispetto che è dovuto da tutti i cittadini – e a maggior ragione da chi riveste una funzione pubblica anche indossando la fascia tricolore – alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti".
"Sto preparando una diffida contro il governo nazionale, il prefetto di Messina, di Reggio Calabria e dei Questori: voglio capire che cosa è successo stanotte", aveva detto il sindaco lunedì, riferendosi alla mancata applicazione dell'ordinanza emanata dal ministero della Salute e dal ministero dell'Interno lo scorso 22 marzo, che vieta gli spostamenti tra Comuni diversi, anche se ci dovesse essere l'esigenza di rientrare presso il proprio domicilio o residenza; salvo i casi accertati di esigenze lavorative, ragioni di salute o di assoluta urgenza.
Il sindaco sta portando avanti da giorni una serrata campagna comunicativa, per convincere i propri concittadini a non uscire di casa. Per persuadere i più indisciplinati il suo Comune ricorrerà all'utilizzo di droni, sui quali è stata registrata la voce dello stesso sindaco: "Non si esce da casa: questo è l’ordine del sindaco De Luca e basta. Vi becco uno a uno. A calci in culo: ecco qual è il modo per far applicare le norme", dice in tono minaccioso, come mostra un video che è stato condiviso da De Luca sulla sua pagina Facebook.
La replica del sindaco De Luca: "Ci vediamo in tribunale"
"Lo Stato vuole la testa del sindaco De Luca. Sono stato denunciato per aver scoperchiato le vergogne di Stato – risponde De Luca rivolgendosi alla titolare del Viminale – Avremo modo di parlarne al tribunale signor ministro. Tenga conto che se questo è un avvertimento ne prendo atto ma vado avanti. Non mi fermo perché non è pensabile che chi è sopra le nostre teste possa continuare a dileggiare i Comuni, i sindaci e la popolazione. L'altra vergogna di Stato è nel comunicato del 23 marzo nel quale lei ha dichiarato il falso e mi assumo la responsabilità di quello che dico. Lei ha dichiarato che era tutto in ordine sullo Stretto, ma come? Noi abbiamo denunciato 10 persone? Bene signor ministro, lei continui a fare il suo mestiere che io continuo a fare il mio, e ci vediamo in tribunale", dice in un video pubblicato su Facebook.