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Conte rivendica: “Su alcune cose governo Draghi in continuità con il mio, anche su Pnrr”

Giuseppe Conte rivendica una continuità, su alcuni punti, da parte del governo Draghi rispetto all’operato del suo esecutivo: “Su alcune cose vedo continuità rispetto all’operato del mio governo. Su altre c’è una differenza, per inclinazioni diverse e perché la maggioranza è diversa”. Continuità che Conte vede anche nel Pnrr: “Sostanzialmente è quello”.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rivendica una certa continuità tra l’operato del governo Draghi e dell'esecutivo guidato da lui stesso. In un’intervista al Corriere della Sera, il leader in pectore del Movimento 5 Stelle afferma: “Su alcune cose vedo continuità rispetto all'operato del mio governo. Su altre c'è una differenza, per inclinazioni diverse e perché la maggioranza è diversa”. Anche sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, conte rivendica che “sostanzialmente il Pnrr è quello e il premier, infatti, ha dato atto del lavoro svolto in precedenza”. Conte parla anche del suo successore a Palazzo Chigi e del compito che sta affrontando: “È difficile gestire una maggioranza con un perimetro molto largo. Finché si tratta del piano vaccinale… Ma quando si scenderà nelle questioni economiche e sociali diventerà complesso”.

L’ex presidente del Consiglio parla ancora della caduta del suo governo, avvenuta “per una convergenza di interessi”, dopo quelli che definisce come mesi di “logoramento”. “È chiaro – prosegue Conte – che alcuni settori economici e politici volessero voltar pagina. Non ho elementi invece per dire se ci fossero anche degli incroci internazionali. Può essere che in questa operazione Renzi si sia prestato. Per mesi ci fu un'opera di logoramento. Ogni giorno si parlava solo di rimpasto”.

L’ex presidente del Consiglio smentisce che ci fossero attriti con Draghi: “È un falso costruito ad arte. Solo pensare che mi fossi messo di traverso… Ci sono passaggi in cui deve prevalere il senso di responsabilità, altrimenti si perde credibilità. Semmai mi sono preoccupato perché l'entusiasmo eccessivo che ha accompagnato l'avvento di Draghi, all'inizio ha rischiato di provocargli un danno. L'idea che un uomo da solo possa risolvere le cose falsa la realtà. Lo so per esperienza diretta che per costruire un processo riformatore c’è bisogno di tempo: non è che, varata una legge, si risolva il problema”.

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