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Conte e Meloni davanti al giurì d’onore, audizioni la prossima settimana per le frasi sul Mes

Prima Giuseppe Conte e poi Giorgia Meloni saranno auditi davanti al giurì d’onore formatosi alla Camera dei deputati: a richiederlo è stato il leader del Movimento 5 Stelle dopo le frasi, a suo dire ingiuriose, pronunciate dalla presidente del Consiglio sul Mes.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Pronti, via. La battaglia tra Giuseppe Conte e Giorgia Meloni sul Mes continua, stavolta davanti a una speciale commissione costituita alla Camera dei deputati. Il leader del Movimento 5 Stelle, infatti, ha chiesto e ottenuto l'istituzione di un giurì d'onore a Montecitorio perché considera lesive e oltraggiose le parole pronunciate dalla presidente del Consiglio durante le comunicazioni in Aula sul Consiglio europeo. In quell'occasione, Meloni tornò sulla questione Mes, che poi fu bocciato nei giorni successivi dal voto del Parlamento, accusando Conte di aver lavorato con il favore delle tenebre per dare il via libera al Meccanismo europeo di stabilità. La premier tirò anche fuori un fax firmato dall'allora ministro Di Maio, citando però in maniera errata la data d'invio (c'è chi sostiene con dolo, ovvero mentendo).

Dopo quasi un mese dall'annuncio di Conte, che ha poi inoltrato la richiesta ufficiale al presidente della Camera Fontana, finalmente ci siamo: la prossima settimana, prima l'uno e poi l'altro, saranno auditi davanti al giurì d'onore che si è costituito a Montecitorio. A farne parte sono il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (Forza Italia) – che è anche il presidente della commissione speciale – e i deputati Fabrizio Cecchetti (Lega), Filiberto Zaratti (alleanza Verdi e Sinistra), Alessandro Colucci (Noi Moderati) e Stefano Vaccari (Partito Democratico). Per ovvi motivi, nel giurì non ci sono esponenti dei partiti dei due parlamentari coinvolti, appunto Conte e Meloni.

La Camera ha appena diffuso il calendario delle audizioni: Conte sarà ascoltato giovedì, al termine delle votazioni del mattino in Aula alla Camera, mentre l'indomani toccherà a Meloni, alle 12 presso la Biblioteca del presidente, a Montecitorio. Il giurì avrà tempo fino al 9 febbraio per comunicare le proprie conclusioni. Non ci sono, tuttavia, conseguenze particolari qualsiasi sia l'esito. Al termine dei lavori della commissione, i deputati invieranno una relazione su quanto accaduto, senza però poter infliggere delle sanzioni. L'Aula, eventualmente, potrà prendere una decisione in questo senso.

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