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Sciopero dei benzinai

Confermato sciopero benzinai il 25 e 26 gennaio: “Nessuna revoca”

Resta confermato lo sciopero dei benzinai per i prossimi 25 e 26 gennaio. “Per fare emergere serietà e competenza richiesta c’è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti”, avvertono Fegica e Figisc/Anisa dopo l’incontro con il governo.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'incontro di oggi al ministero per le Imprese e il Made in Italy non è riuscito a fugare le preoccupazioni dei benzinai, pertanto ad oggi lo sciopero annunciato per il prossimi 25 e 26 gennaio resta confermato.

"In attesa delle valutazioni del governo lo sciopero previsto per i giorni 25 e 26 gennaio è confermato. Per fare emergere serietà e competenza richiesta c'è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti", hanno scritto in una nota congiunta di Fegica e Figisc/Anisa dopo l'incontro con il governo. Le sigle sindacali hanno protestato per il decreto legge sulla trasparenza dei prezzi pubblicato sabato scorso, chiedendo modifiche al provvedimento.

"Ancora oggi il Governo non ha saputo o voluto assumere la responsabilità di prendere impegni concreti sulle questioni che direttamente possono incidere anche sui prezzi dei carburanti – spiegano Fegica e Figisc-Anisa – Immaginando evidentemente di poter continuare a ingannare gli automobilisti gettando la croce addosso ai benzinai".

Le due sigle confermano "il pessimo giudizio sul decreto, pasticciato ed inefficace, a cui sarà necessario mettere mano pesantemente in sede di conversione, abbiamo proposto con serietà al Governo di assumere alcune iniziative tutte ispirate al recupero della piena legalità nel settore e al ripristino di un sistema regolatorio certo, con l'obiettivo di adeguare efficienza e gli standard di servizio offerti agli automobilisti italiani e ottenere la proposizione di prezzi dei carburanti equi e stabilmente contenuti. Nel medio periodo è necessario l'avvio di un confronto che metta immediatamente in cantiere la riforma del settore volta a chiudere 7.000 impianti, che secondo una stima prudente sono attualmente nelle mani della criminalità più o meno organizzata, recuperare al gettito erariale circa 13 miliardi di euro sottratti ogni anno alle casse dello Stato e quindi ripristinare condizioni di mercato e concorrenza non drogate. Più nell'immediato deve essere urgentemente varata la norma che preveda controlli e sanzioni – attualmente inesistenti – per i titolari degli impianti che non rispettano gli obblighi di legge imposti sui contratti di gestione e gli accordi collettivi, posto che almeno il 60% dei gestori è senza contratto o con contratti illegali e condizioni economiche minime".

"Inoltre, è necessario che il Mit apra immediatamente il confronto sul Decreto Ministeriale che regola le concessioni delle aree di servizio autostradali, perché finalmente alle società concessionarie venga sottratta la possibilità di sfruttare a proprio esclusivo beneficio economico un bene in concessione pubblica come le autostrade e possano essere adeguati sia la qualità dei servizi che i prezzi attualmente fuori controllo. Il tutto – proseguono le due sigle – deve trovare collocazione all'interno di un accordo sottoscritto in sede di Presidenza del Consiglio, ad indicare la collegialità dell'intero Governo e sottrarre la vertenza in atto a qualsiasi speculazione all'interno della maggioranza". 

Dal tavolo però emergono, almeno dopo questo ultimo incontro, delle spaccature tra le sigle che hanno indetto lo sciopero. Faib sembra tenere una linea più morbida rispetto al decreto: "Veniamo da un tavolo che riteniamo sufficientemente esaustivo rispetto alle richieste, la mobilitazione resta in atto e lo sciopero è ancora congelato", ha fatto sapere il presidente della Faib Confesercenti, Giuseppe Sperduto, al termine del tavolo tecnico al ministero delle Imprese e del made in Italy. "L'impegno da parte del governo è importante, ci ritroveremo a breve" ha aggiunto, riferendosi all'incontro programmato per giovedì 19 gennaio al Mimit.

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