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Come potrebbe essere il nuovo Partito Democratico di Elly Schlein e perché potrebbe cambiare nome

La candidata alla segreteria del Pd si schiera con il sindaco di Bologna sul cambio di nome, inserendo la parola lavoro: “Se ne può discutere – dice Schlein – non farò una nuova corrente”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Partito Democratico di Elly Schlein potrebbe cambiare nome. La parlamentare, da qualche giorno candidata ufficialmente alla segreteria del Pd, ha già cominciato la sua campagna elettorale interna. Questa mattina al Tg1 ha rilanciato un tema di cui si è parlato molto nei mesi scorsi, ma che poi è stato sostanzialmente accantonato: il nome del nuovo partito che dovrebbe nascere dalle ceneri del Pd. O almeno questa era l'intenzione di Enrico Letta, che ha lanciato il congresso costituente. Ci è tornato anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha chiesto di inserire la parola Lavoro: "È una discussione che si può fare – ha detto Schlein – La potremo fare al congresso".

"Ho deciso di cogliere questa occasione – ha poi aggiunto la candidata alla segreteria – anche per ricucire con le persone fuori". E ha sottolineato: "Se la ricucitura passa anche dal nome lo vedremo. Lepore ha fatto benissimo a mettere al centro il tema del lavoro e io aggiungerei anche quello del clima".

"Abbiamo chiesto a tutti di venire liberi, non farò una nuova corrente – ha assicurato Schlein – Vogliamo fare emergere le energie migliori, nel Paese e nel partito". Il senso delle sue parole è chiaro: "Non siamo una nuova corrente vogliamo essere una onda che le superi". La candidata si troverà ad affrontare il suo ex presidente, Stefano Bonaccini, del quale fino a pochi mesi fa è stata vice: "Gioco per vincere, con grande determinazione – ha detto – Ma sono disposta ad accettare e accetterò quello che succede. Non si va via con la palla".

Nel frattempo la sinistra all'interno del Pd si spacca sulla candidatura di Schlein, tra chi ha già deciso che è la colpa dei suoi fallimenti, chi la guarda con una certa freddezza e chi invece l'ha individuata come possibile svolta. Per capirci: due pezzi da novanta come l'ex presidente della Camera Laura Boldrini e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ieri hanno dato pareri opposti. La prima ha fatto un vero e proprio endorsement per Schlein, il secondo ha detto che lascerà il partito se sarà eletta segretaria.

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