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Come cambiano le regole sul premierato dopo l’accordo di maggioranza, Meloni: “Basta inciuci”

Giorgia Meloni si dice soddisfatta della nuova intesa raggiunta sulla riforma costituzionale che introduce il premierato. Cambiano le regole per quanto riguarda la norma anti-ribaltone e le opposizioni sono pronte a dare battaglia.
A cura di Annalisa Girardi
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"Serve stabilità dei governi, basta inciuci". È il commento di Giorgia Meloni sulla riforma costituzionale, definita nuovamente come "la madre di tutte le riforme". La presidente del Consiglio è in Giappone mentre in patria si cerca la quadra sul testo finale e ribadisce: "Basta con il trasformismo e i governi tecnici". Per poi dirsi contenta del fatto che "lavorando si sia arrivati a una formulazione più chiara del premierato" e attaccare le opposizioni per la mole di emendamenti presentati: "Non mi stupisce che altri, che in questi anni hanno privilegiato governi costruiti nel Palazzo, siano contrari".

L'opposizione – soprattutto per parte di Alleanza Verdi e Sinistra e Partito democratico, che da soli hanno presentato quasi duemila emendamenti – denuncia che con questo progetto la vita del Parlamento finirà nelle mani del premier e che la figura del presidente della Repubblica sarà ulteriormente indebolita. Soprattutto dopo le ultime modifiche al testo, arrivate con gli emendamenti presentati invece per parte del governo che hanno cambiato la cosiddetta norma anti-ribaltone.

Con queste modifiche si prevede che "in caso di revoca della fiducia al presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere". La fine della legislatura sarà automatica, senza che ci siano prima delle interlocuzioni con il Quirinale. Se invece il presidente del Consiglio eletto presenta volontariamente le proprie dimissioni, "previa informativa parlamentare, questi può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica, che lo dispone". E in caso di impedimento permanente, morte o decadenza, allora il capo dello Stato "può conferire, per una sola volta nel corso della legislatura, l’incarico di formare il governo al presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio".

Secondo la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati, con queste nuove regole "non ci sarà più spazio per giochi di palazzo e ribaltoni". L'intesa sulla formulazione è arrivata dopo giorni di serrate trattative in maggioranza, con la Lega che ha espresso non pochi dubbi. Alla fine, però, il via libera dei leader di partito è arrivato e si punta ad andare in Aula entro marzo.

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