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Cittadinanza a Ramy, Di Maio: “Si conceda subito”. Salvini frena: “Accertamenti su un parente”

Il M5S spinge affinché venga al più presto concessa la cittadinanza a Ramy, il ragazzino-eroe. Le autorità stanno verificando se ci sono i presupposti: un parente del 13enne risulta avere problemi con la giustizia. Salvini: “Conto di incontrare Ramy il prima possibile e di fare quello che la legge mi permette di fare e non faccio quello che la legge non mi permette di fare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il botta e risposta tra il ragazzino-eroe di San Donato Milanese, Ramy Shehata, che ha dato l'allarme alle autorità salvando i ragazzini che si trovavano a bordo del bus sotto sequestro, e il ministro degli Interni Matteo Salvini, si arricchisce di nuovi elementi. Ieri sera il vicepremier leghista ha fatto sapere che sarebbero in corso degli accertamenti da parte del Viminale per capire se è possibile o meno concedere la cittadinanza italiana a Ramy. Un'apertura, se si considera che in un primo momento Matteo salvini aveva gelato il tredicenne, rispondendogli così: "Ramy vuole lo Ius Soli? Si faccia eleggere e cambi la legge". 

Dagli accertamenti investigativi è emerso che un parente del ragazzino sarebbe la causa del veto posto dal ministro degli Interni. Come ha fatto intendere ieri Salvini uno stretto parente del ragazzino avrebbe avuto problemi con la giustizia. Per questo il Viminale potrebbe ad attribuire la cittadinanza solo a Ramy e non al resto dei familiari. Una procedura mai seguita finoi ad ora, (a parte quella, che poi non venne più portata avanti, del bambino inglese Charlie Gard, affetto da una malattia incurabile). "Conto di incontrare Ramy il prima possibile e di fare quello che la legge mi permette di fare e non faccio quello che la legge non mi permette di fare", ha chiarito Salvini.

Per il vicepremier Luigi Di Maio la cittadinanza dovrebbe subito essere concessa: "Diamo la cittadinanza a Ramy – ha detto in un'intervista al ‘Corriere della Sera' – e altri riconoscimenti ai bambini che si sono distinti quel giorno". "Credo si debba riconoscere un merito e dare un riconoscimento importante a un bambino che è stato capace di essere forte e di evitare una tragedia. Bisogna dare la cittadinanza a Ramy", ha ribadito a Circo Massimo anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Sullo ius soli il Guardasigilli ha sottolineato però che "non ha nulla a che fare con questa vicenda e non è nel contratto di governo: M5s ha più volte ribadito che va discusso nell'agenda europea. Mi fa sorridere chi parla dello ius soli e quando era al governo non ha approvato la legge".

Dopo la richiesta di cittadinanza formulata da Ramy per sé e la propria famiglia, l'avvocato Antonino Ennio Andronico, su mandato dei genitori di Adam El Hamami, l'altro ragazzino che insieme a Ramy ha avvisato i carabinieri, ha precisato che "questi ultimi non hanno mai inteso chiedere e non richiedono nulla per se stessi".

"Allo steso tempo i signori Kalid e Hasnaa El Hamami – ha spiegato l'avvocato all'Ansa – chiedono semplicemente che le Autorità vogliano prendere in considerazione il comportamento eroico di Adam – il quale a sprezzo del pericolo ha contattato telefonicamente i carabinieri nel corso del sequestro per dare la posizione esatta dell'autobus declinando il proprio nome e cognome e contribuendo a salvare se stesso e i propri compagni di classe, quale ‘eminente servizio reso all'Italia' ai sensi dell'articolo 9 comma 2 della legge 91/1992 in quanto tale meritevole della concessione della cittadinanza italiana". 

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