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Boschi si fa accompagnare in Argentina dal deputato coinvolto in Rimborsopoli

Chi è Ferdinando Aiello, il deputato del PD che ha accompagnato il ministro Boschi nel suo viaggio in Argentina.
A cura di Paola Bacchiddu
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Ferdinando Aiello accompagna il ministro Boschi in Sud America
Ferdinando Aiello accompagna il ministro Boschi in Sud America.

Il baccano mediatico si è abbattuto sui costi sostenuti per la missione del Ministro Maria Elena Boschi in Sud-America. Trecentomila euro di soldi pubblici per i detrattori, appena dodicimila per il governo. Un tour di 4 giorni (dal 26 al 29 settembre) in Argentina, Uruguay e Brasile, a rastrellare voti per il Referendum Costituzionale, tra le comunità degli italiani residenti all'estero. Ma a parte le spese, chi c'era, ad accompagnarla, nella selezionata delegazione che l'ha seguita negli incontri politici e istituzionali?

Tra i pochi fidati appare il deputato del partito democratico Ferdinando Aiello, originario di Cosenza. Una scelta non casuale, dato che il parlamentare vanta da molti anni un'amicizia personale con l'attuale presidente dell'Argentina Mauricio Macri, cui lo legano le comuni origini calabresi (il padre di Macri era un imprenditore edile emigrato in Argentina nel dopo guerra). Il nome del Presidente, nell'aprile scorso, è finito sui giornali di tutto il mondo perché compare tra i leaks del lungo elenco di intestatari di società offshore alle Bahamas, nello scandalo Panama Papers: gli 11 milioni di documenti, fuoriusciti dallo studio legale Mossack Fonseca. E Aiello è l'uomo che accompagna la Boschi nell'incontro istituzionale previsto con Macri, in agenda nel tour sudamericano.

Ma chi è, davvero, Ferdinando Aiello? Alle cronache della Calabria il suo nome non è sconosciuto, ed è piuttosto discusso. Dopo una lunga militanza in Rifondazione Comunista, approda in Sel e nel 2013 viene eletto deputato. L'anno dopo passa nel Pd, subito dopo le elezioni europee del 2014. E non è un passaggio di secondo piano: da subito renzianissimo, è in quota alla corrente del deputato calabrese Ernesto Carbone. Sul territorio è un vero punto di riferimento per il partito, tanto che nell'ottobre del 2015, nel pieno del caos che attraversa il Pd cosentino, diviso all'interno tra correnti di potere, il segretario regionale Ernesto Magorno lo nomina commissario per i circoli di Cosenza. Ha carta bianca su candidature, alleanze e programmi elettorali: potere non indifferente. L'incarico, infatti, fa storcere il naso a molti della vecchia guardia non renziana, che s'affrettano a procedere per carte bollate, indirizzate al vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini.

Ma la carriera politica di Aiello è attraversata da numerosi "incidenti". Nel 2002, mentre è assessore alle Politiche Sociali nella Provincia di Cosenza, finisce nello scandalo del cosiddetto “Concorsone” (ben prima che scoppi Parentopoli): il suo nome è tra quelli dei 132 candidati assunti a tempo indeterminato dalla regione Calabria. Tutti amici e parenti dei politici, ma anche portaborse, segretari di partito, consiglieri comunali e funzionari. All'epoca Aiello ha 30 anni, un diploma, nessuna laurea, ed è un funzionario di partito. Alle telecamere di Riccardo Iacona, che lo intervista tempo dopo, dichiara che si è trattato di “un errore politico” e che “così come ha il posto per tutta la vita, pagherà per tutta la vita”. Ammette anche che, dopo lo scoppio dello scandalo, nel partito si chiese un'ipotesi di dimissioni, dopo l'assegnazione dell'incarico a tempo indeterminato: dimissioni non rassegnate, a suo dire, per non mettere in difficoltà le altre due colleghe di Rifondazione che furono assunte insieme a lui.

Ma gli inciampi non finiscono qui. Nel 2015 Aiello finisce tra gli indagati di “Rimborsopoli”, così come i giornali chiamano la maxi inchiesta “Erga Omnes” della Procura di Reggio Calabria e della Guardia di Finanza sulle “spese pazze” dei consiglieri della Regione Calabria, durante il triennio 2010-2012. I capi d'imputazione sono peculato e falso. L'accusa a lui rivolta è quella di aver pagato bollette di luce e gas a utenze utilizzate dai genitori, tramite un gioco di false intestazioni di immobili, col denaro riservato ai gruppi regionali. Nel febbraio del 2016 la Procura di Reggio Calabria invia il provvedimento di avviso di conclusione delle indagini a suo carico. I tre tronconi dell'inchiesta dovrebbero confluire in un unico processo, mentre è già partito il giudizio (con rito immediato) per gli ex assessori regionali Luigi Fedele e Nino De Gaetano.

Dato il suo curriculum, l'inopportunità della sua presenza accanto alla Boschi non è sfuggita al senatore Giovanardi che qualche giorno fa, alle agenzie di stampa, lamenta la disparità di trattamento nei confronti del suo collega di Ncd, Giovanni Bilardi, anche lui indagato nella stessa inchiesta, e sospesosi dall'incarico di vicecoordinatore regionale del partito: “Io non posso dimenticare che del collega Bilardi è stato chiesto l’arresto, per la questione della cosiddetta Rimborsopoli calabrese. Non posso dimenticare che un mio collega, ex consigliere regionale, è stato messo per otto mesi al confino a Messina perché, senza ancora rinvio a giudizio, c’è una indagine in corso su questi rimborsi. Poi questa mattina leggo, sui giornali calabresi, che l’on. Ferdinando Aiello (PD) si trova in Sud America con la ministra Boschi per incontrare il presidente argentino di origini calabresi, Macri. E ancora leggo che Ferdinando Aiello, per Rimborsopoli, è implicato nelle stesse vicende di Bilardi, con accuse pesantissime nei suoi confronti. E costui è ambasciatore dell’Italia nel mondo insieme al ministro Boschi”.

Oggi si attende se Aiello venga rinviato a giudizio. Lui si difende, sostenendo la sua innocenza: “Ho sempre vigilato perché ogni spesa da me sostenuta da consigliere regionale, anche a titolo privato quindi attingendo al mio stipendio, fosse tracciabile e rendicontata”.

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