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Beppe Grillo: “Redditometro? Meglio il politometro contro i politici che rubano”

Il leader del Movimento 5 Stelle non si accontenta dello strumento dell’Agenzia delle Entrate per scovare gli evasori. «Vorrei integrarlo col “politometro”, Uno strumento che valuti la differenza tra ricchezza posseduta dai politici dall’atto della loro nomina nell’arco degli ultimi 20 anni».
A cura di Biagio Chiariello
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Il Reddimetro di Attilio Befera non è la sola cosa di cui il Fisco – e l'Italia – ha bisogno per combattere una delle principali battaglie ingaggiate dal Governo Monti: quella all'evasione fiscale. Secondo Beppe Grillo, ci vuole pure il "politometro". Il meccanismo di funzionamento è più o meno lo stesso dello strumento presentato oggi dal direttore dell'Agenzia dell'Entrate (con annesso Redditest), l'unica differenza che serve a capire se i politici hanno rubato. Più precisamente, a valutare «la differenza tra ricchezza posseduta dai politici e dai funzionari pubblici dall'atto della loro nomina nell'arco degli ultimi vent'anni» scrive il leader del Movimento 5 Stelle sul suo sito ufficiale. Per capire come funziona il politometro, Grillo propone una proporzione matematica che prenda in considerazione «la differenza tra patrimonio attuale (P2), il patrimonio iniziale (P1) più il reddito ufficialmente percepito nel periodo (C). Quindi il risultato, che chiameremo Z, sarà dato da Z = P2 – P1 + C. Se Z sarà superiore a P1 + C, escludendo partite straordinarie come eredità o vincite al Superenalotto, la differenza dovrà essere restituita alle casse dello Stato con l'aggravio fiscale del 60%. Il politometro potrebbe essere applicato dalla prossima legislatura».

Ecco il Grillo-pensiero:

Premessa: sono contro l'evasione fiscale e ritengo che gli evasori vadano perseguiti, in particolare i grandi evasori, ad esempio quelli protetti dallo Scudo Fiscale del Pdl/pdmenoelle con l'obolo del 5%, i cui nomi dovrebbero essere resi pubblici dal Tesoro

La dichiarazione dell'Agenzia delle Entrate odierna chiama in causa 4,3 milioni difamiglie che potenzialmente evadono il fisco. Lo afferma lo staff di Befera, in virtù di un algoritmo, "il redditometro", che valuta entrate e spese. In sostanza, se uno spende più di quanto guadagna, potrebbe dover dimostrare dove ha preso i soldi. In Italia, come sanno anche i cani, molte famiglie vivono di prestiti dei parenti per sopravvivere o attingono ai risparmi. Sono anche loro potenziali evasori? Quello che disturba non è la lotta all'evasione in sé, ma l'accanimento mediatico, nel voler far passare gli italiani come popolo di evasori, come se la causa del disastro economico, di cui non si vede la fine, non sia attribuibile al debito pubblico, alla corruzione, alla totale incapacità e rapacità nell'amministrare la cosa pubblica. Dopo la guerra agli scontrini negli agriturismi e sul Ponte Vecchio di Firenze, senza nel contempo dare alcuna incentivazione ai piccoli commercianti, incuranti che i negozi stanno chiudendo a decine di migliaia, viene ora introdotta la presunzione di reato affidata a un programma. Befera ha garantito che entrerà in funzione a gennaio 2013 e che "Noi lo adopereremo con la massima cautela e soltanto per differenze eclatanti tra le spese e i redditi dichiarati". Cioè? Chi decide? Su che base? Con quali regole? Che vuol dire "massima cautela"? Che significa "differenza eclatante?". Il risultato è che nessuno, anche se disoccupato, spenderà, o dichiarerà più nulla, per non finire sul banco degli imputati.
Vorrei integrare la proposta del redditometro con il "politometro". Uno strumento che valuti la differenza tra ricchezza posseduta dai politici e dai funzionari pubblici dall'atto della loro nomina nell'arco degli ultimi vent'anni. Non è difficile realizzare un'applicazione che faccia la differenza tra patrimonio attuale (P2), patrimonio iniziale (P1) più il reddito ufficialmente percepito nel periodo (C). Quindi il risultato, che chiameremo Z, sarà dato da Z = P2 – (P1 + C). Se Z sarà superiore a 0, escludendo partite straordinarie come eredità o vincite al Superenalotto, la differenza dovrà essere restituita alle casse dello Stato con l'aggravio fiscale del 60%. Il politometro potrebbe essere applicato dalla prossima legislatura. Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere.

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