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Arriva il servizio civile digitale: cos’è, come funziona e chi può partecipare

Online l’avviso per presentare i progetti, da parte degli enti accreditati, per il servizio civile digitale: si tratta di una forma specifica di servizio civile dedicato ai giovani tra i 18 e i 28 anni che diventeranno dei “facilitatori digitali”. Vediamo come funziona, a chi è rivolto e qual è il compenso previsto.
A cura di Stefano Rizzuti
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Arriva il servizio civile digitale. Con un nuovo bando rivolto a tanti giovani che si aggiunge al servizio civile universale. Il nuovo meccanismo sarà in vigore, in via sperimentale, fino al 2023. A partecipare, per quest’anno, saranno 1.000 ragazzi e ragazze. In queste ore è stato messo online l’avviso per presentare i programmi da parte degli enti aderenti: è ancora presto, quindi, per i giovani che vogliono inviare domanda di partecipazione. L’avviso è stato pubblicato dal ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digita e dal ministero per le Politiche giovanili: gli enti avranno tempo fino alle ore 14 del 29 luglio 2021 per presentare i programmi da realizzare, tassativamente in Italia, per reclutare i “facilitatori digitali”.

Quest’anno il servizio civile digitale partirà in via sperimentale, con uno stanziamento previsto di 6,4 milioni di euro. Poi, nei prossimi due anni, i fondi aumentano, con ben 60 milioni di euro stanziati attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel 2021, quindi, i volontari saranno mille, ma per i prossimi anni questo numero potrebbe aumentare in maniera esponenziale, tanto che l’obiettivo del governo sembra essere quello di arrivare a un totale di quasi 10mila giovani arruolati nel triennio.

Cosa faranno i facilitatori digitali

Il compito di quelli che sono stati definiti facilitatori digitali sarà favorire l’uso dei servizi pubblici online e accrescere le competenze digitali della popolazione. I giovani verranno formati adeguamento per poi contribuire “con il loro operato all’accrescimento delle competenze digitali diffuse per favorire l’uso consapevole e responsabile delle nuove tecnologie, nonché promuovere il pieno godimento dei diritti di cittadinanza attiva da parte di tutti”. Alla fine, per i mille volontari, ci sarà anche un riconoscimento delle competenze digitali acquisite attraverso una specifica certificazione.

Come funziona il servizio civile digitale

Per i facilitatori digitali è previsto lo stesso compenso che ricevono i volontari del servizio civile universale, corrispondenti a 439,50 euro netti mensili. I progetti potranno essere presentati da enti già accreditati per il servizio civile universale e potranno durare, per i volontari, dagli 8 ai 12 mesi in base a ciò che richiede il programma specifico. L’impegno settimanale dei giovani facilitatori dovrà essere di almeno 25 ore e possono partecipare tutti i cittadini italiani, europei o non comunitari con permesso di soggiorno valido, tra i 18 e i 28 anni. La prima fase consisterà in una formazione generale di 80 ore, seguita da una formazione specifica eseguita a distanza dai dipartimenti delle Politiche giovanili e della Trasformazione digitale. A giugno, in particolare, si terrà uno specifico evento formativo.

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