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Covid 19

Arriva bando per 2mila operatori per fare più tamponi: ma sul tracciamento siamo in netto ritardo

Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha annunciato la pubblicazione di un bando per reclutare 2mila operatori che si occuperanno del tracciamento dei casi di contatto con persone contagiate dal Coronavirus. Di questi, 1.500 verranno impiegati per effettuare i tamponi nelle Regioni. Ma con il tracciamento il ritardo è già evidente e questo rafforzamento doveva partire prima.
A cura di Stefano Rizzuti
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Duemila operatori da distribuire nelle Regioni italiane per rafforzare il sistema di tracciamento dei contagi e dei contatti delle persone positive al Coronavirus. Ad annunciarlo è stato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, in occasione dell’incontro con le Regioni del 22 ottobre. Ci sarà un’ordinanza della Protezione civile che darà vita a un bando per i 2mila operatori: 1.500 saranno destinati all’esecuzione dei tamponi, mentre altri 500 si occuperanno di rispondere alle richieste di informazioni e alle indicazioni da dare per le procedure da seguire. “Con un’ordinanza di Protezione civile creiamo un contingente per potenziare le reti sanitarie interne alle Asl e rafforzare le operazioni di tracciamento”, spiega il ministro Boccia. Il modello da seguire sarà quello già utilizzato a marzo per medici e infermieri volontari negli ospedali più in difficoltà e per operatori socio-sanitari nelle carceri e nelle Rsa. Questo potenziamento del tracciamento si affiancherà alla sperimentazione per effettuare i tamponi rapidi in farmacia o dai medici di base.

Il ritardo nel tracciamento

Il timore è che per un’operazione del genere sia ormai tardi. E i tempi sono strettissimi. Dalla Protezione civile assicurano che gli operatori verranno reclutati in pochi giorni, con il bando che dovrebbe essere pubblicato entro poche ore e procedure rapide. Ma si è già in netto ritardo: il tracciamento andava rafforzato nel momento in cui il sistema non era già in difficoltà, quando i contagi giornalieri non superavano i 10mila. Anche perché il numero di tamponi cresce, ma non vertiginosamente. E resta al di sotto delle cifre richieste da alcuni esperti, che ritengono si debbano fare almeno 300mila tamponi al giorno. E oggi l’Italia non ha mai neanche raggiunto quota 200mila.

Questi ritardi vengono segnalati anche dalla Fondazione Gimbe, che sottolinea come il rapporto tra positivi e casi testati sia ormai intorno al 10%, con Regioni in cui questo rapporto diventa di un positivo su tre (come in Valle d’Aosta) o uno su quattro (come in Liguria). “I sistemi di tracciamento sono già saltati in gran parte del territorio nazionale e adesso l’obiettivo primario è prevenire il sovraccarico di ospedali e terapie intensive”, afferma il presidente Nino Cartabellotta.

A chi si rivolge il bando per 2mila operatori

Il bando è rivolto a quelle persone che “non arrivano né da aziende ospedaliere pubbliche né private, perché non possiamo chiedere a nessuno di privarsi delle proprie risorse in questo momento”, come spiega Boccia. Ci si rivolgerà, quindi, a liberi professionisti, a chi non ha un’occupazione fissa o ai lavoratori autonomi “che hanno caratteristiche che individuiamo insieme alle Regioni e potranno lavorare fino al termine dello stato di emergenza sanitaria”. Gli operatori saranno poi a disposizione delle singole Asl. Le domande dovranno essere effettuate, probabilmente, per la Regione di residenza.

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