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Addio superticket, il ministro Speranza: “Lo abbiamo abolito e nessuno lo pagherà più”

Stop del governo ai 10 euro in più sulle impegnative. Dal 1° settembre non si pagherà più. L’annuncio del Ministro della Salute su Facebook, con un’immagine con una croce sull’impegnativa_ “Sconfitta del sistema se una persona non si cura per motivi economici”.
A cura di Biagio Chiariello
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Da martedì 1° settembre non si pagherà più il superticket,  la quota fissa che i pazienti pagano su ogni ricetta per prestazioni diagnostiche e specialistiche. “Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal 1° settembre. Il superticket è abolito e nessuno lo pagherà più”, annuncia il ministro della Salute Roberto Speranza su Facebook postando l’immagine di una croce sull’impegnativa.

Che cos'è il superticket

A seconda delle Regioni, come si legge nel documento programmatico di bilancio 2020 predisposto a suo tempo dal governo, la cifra può arrivare fino a 10 euro sulle visite specialistiche e le prestazioni diagnostiche. L’ammontare stabilito si paga sulle ricette per visite ed esami e viene applicato a macchia di leopardo in Italia, con Regioni che applicano la quota integralmente e altre che, invece, o hanno già proceduto all’abolizione o prevedono un pagamento in base al reddito o al valore della ricetta.

"Lo aspettavamo da anni"

“Eliminare il superticket sanitario è un passaggio importante che aspettavamo da anni, ed è il frutto anche delle battaglie portate avanti da tante organizzazioni civiche nei confronti di questa tassa che aveva effetti pesanti sui cittadini”, commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, associazione di cittadini che aveva raccolto 35.000 firme con una petizione su Change.org per chiedere l'abolizione del superticket. La misura ai nastri di partenza, aggiunge Gaudioso, “va nella direzione di una maggiore equità” ed “elimina un balzello che faceva perdere soldi alla sanità pubblica invece che guadagnarli, perché portava sempre più persone a rivolgersi alla sanità privata”.

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