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Opinioni

A Natale, Santo Stefano e Capodanno saranno consentiti gli spostamenti tra Comuni?

A Natale, santo Stefano e il giorno di Capodanno potrebbe essere consentito lo spostamento fra Comuni, al contrario di quanto previsto dal decreto legge attualmente in vigore. Resterebbe invece vietato lo spostamento tra Regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. Domani la decisione finale, al rientro di Conte da Bruxelles.
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Il Governo potrebbe cambiare idea sulle norme restrittive per le festività natalizie adottate con il Decreto Legge Natale, che ha fatto da cornice al Dpcm del 3 dicembre. In particolare, stando a quanto rimbalza da ambienti parlamentari, l’esecutivo potrebbe dare il via libera agli spostamenti fra i Comuni nei giorni 25 e 26 dicembre e 1 gennaio, mentre resterebbe il divieto di spostamento tra Regioni dal 21 gennaio al 6 dicembre (anche tra quelle di fascia gialla). La decisione finale, a quanto risulta a Fanpage.it verrà presa domani sera, nel corso di un vertice di maggioranza in cui si confronteranno posizioni diverse su una questione particolarmente delicata, perché impatta su abitudini consolidate di milioni di italiane e potrebbe avere ripercussioni sull'intero quadro epidemiologico.

Come noto, nel corso di questi ultimi giorni si sono intensificate le pressioni di Regioni e Comuni per modificare la norma del DL 2 dicembre e “adeguare” anche il successivo Dpcm del 3. Agli organismi di rappresentanza regionali e comunali si sono aggiunte le voci di esponenti di primo piano dell’opposizione, ma anche della maggioranza (tra cui Di Mio e Marcucci, oltre che la componente renziana), che hanno chiesto più o meno apertamente un “ripensamento” da parte del Presidente del Consiglio e del ministro della Salute, fermi invece sulla linea del rigore. Le critiche rispetto alla scelta di bloccare gli spostamenti nei giorni di festa vertono sue due punti specifici: l’impossibilità di ricongiungersi con congiunti o familiari soli (al netto delle eccezioni per persone non autosufficienti o per chi ha domicilio o residenza nella stessa casa); l’apparente illogicità di una norma che, mentre impedisce a un abitante di un piccolo comune di fare pochi chilometri per visitare i genitori, dà invece la possibilità ai romani o ai milanesi (per dire) di muoversi per decine di chilometri. Le perplessità sono tanto maggiori perché le restrizioni si sommano al blocco degli spostamenti tra le Regioni e al coprifuoco, che resterà in vigore e sarà anzi prolungato per il primo gennaio.

Riaprire gli spostamenti fra Comuni in sicurezza: è possibile?

La folta schiera di chi chiede un ripensamento è composta da appartenenti ad aree politiche diverse e con diversi obiettivi, ma tutti si muovono immaginando che ci sia un’ampia maggioranza di italiani che valuti negativamente la durezza dei provvedimenti restrittivi imposti dal governo in previsioni delle festività natalizie. Va però ricordato che la linea del rigore, che Conte e Speranza sembrano aver sposato in pieno, è caldeggiata anche dai più titolati esponenti ella comunità scientifica e dai tecnici che affiancano l’esecutivo nella gestione della pandemia. Nessuno a Chigi e nel CTS vuole ripetere gli errori di settembre e ottobre, perché la timidezza e il ritardo negli interventi restrittivi hanno contribuito alla fragorosa esplosione della seconda ondata, costringendo il Paese a una faticosa ritirata nel mese di novembre.

La stessa Commissione Europea ha più volte sottolineato come le festività natalizie rappresentino "un contesto che può comportare un rischio di aumento della trasmissione del virus a causa, ad esempio, della necessità di riunirsi in spazi al chiuso”. Il problema è che, con il livello attuale di diffusione del virus (750mila casi attivi accertati lasciano intendere che vi siano centinaia di migliaia di casi “sommersi”) gli spostamenti per le festività natalizie rischiano di avere un effetto drammatico sulla curva dei contagi, accelerando una terza ondata che potrebbe essere non meno problematica della seconda. I pranzi in famiglia, gli incontri con amici e parenti, sembrano essere ambienti perfetti per la potenziale trasmissione del virus: difficile l’uso della mascherina, tempo di esposizione molto elevato, ambienti piccoli e poco aerati (è pur sempre dicembre inoltrato), persone che, naturalmente, parlano, ridono, si toccano. Come ha spiegato il viceministro dell’Interno Mauri, poi, “i due terzi degli italiani risiede proprio nei comuni medi e piccoli: di conseguenza, se si dovesse lasciare libertà di circolazione tra i comuni la maggioranza dei cittadini sarebbe libera di spostarsi”, con effettivi potenzialmente disastrosi per il quadro epidemiologico.

I provvedimenti restrittivi vanno proprio nella direzione di limitare queste occasioni di socialità, dunque ogni allentamento dovrà essere ben calibrato per non vanificare gli sforzi fatti finora e non pregiudicare la salute di decine di migliaia di persone. La lotta al virus non è finita e, malgrado le buone notizie sul fronte vaccino, ci attendono mesi durissimi, soprattutto con l’arrivo dell’influenza stagionale. Insomma, qualunque sia la decisione finale del Governo, resta imperativo vivere queste feste con la massima prudenza e attenzione possibili.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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