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A bordo della Sea Watch ci sono 406 persone in attesa di un porto sicuro: “Devono sbarcare ora”

“Le condizioni meteo stanno peggiorando e la situazione a bordo è sempre più difficile. Dopo tre evacuazioni mediche non possiamo stare ad aspettare altre emergenze. Tutte le 406 persone a bordo devono poter sbarcare al più presto in un porto sicuro”: lo scrive su Twitter la Ong tedesca Sea Watch. A bordo della nave umanitaria, che si trova davanti alle coste di Trapani, ci sono oltre 400 migranti soccorsi in mare.
A cura di Annalisa Girardi
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I naufraghi a bordo della Sea Watch
I naufraghi a bordo della Sea Watch

Aggiornamento: Il 22 ottobre è stato assegnato il porto di Pozzallo. 

La nave umanitaria Sea Watch 3 sta aspettando un porto sicuro per poter sbarcare gli oltre 400 migranti soccorsi in mare, che si trovano ora a bordo. "Le condizioni meteo stanno peggiorando e la situazione a bordo è sempre più difficile. Dopo tre evacuazioni mediche non possiamo stare ad aspettare altre emergenze. Tutte le 406 persone a bordo devono poter sbarcare al più presto in un porto sicuro", scrive la Ong tedesca su Twitter. Dalle nave, infatti, nei giorni scorsi sono state evacuate due donne incinte, più la sorella minore di una di loro, e altre tre donne che presentavano gravi ustioni da carburante.

Dopo la terza evacuazione medica l'organizzazione ha scritto: "È uno stillicidio. Fra le 406 persone ancora a bordo ci sono bambini piccoli compreso un neonato di una settimana e persone con gravi patologie. Hanno bisogno di sbarcare subito".

La Sea Watch 3 al momento si trova vicino alle coste di Trapani, a circa trenta miglia dalla terraferma. Nel frattempo è stato archiviato il caso che riguardava la Ong tedesca: dopo due anni di indagini della procura di Agrigento è arrivato il proscioglimento nei confronti del comandante Arturo Centore e di tutto l'equipaggio, che nel maggio del 2019 avevano salvato 65 migranti in mare, davanti alle coste libiche, per poi portarli a Lampedusa. Dove la nave era stata sequestrata. Secondo quanto si apprende, il giudice avrebbe riconosciuto che in quel caso l'equipaggio non avesse fatto altro che adempire "ai doveri previsti dalle fonti nazionali e sovranazionali, che impongono agli Stati e ai comandanti delle imbarcazioni tutte, pubbliche e private, il salvataggio delle vite umane in mare".

La notizia sul caso Sea Watch arriva nemmeno ventiquattro ore dopo quella sulla Mare Jonio: la Procura di Agrigento ieri ha infatti chiesto di archiviare le indagini sulla nave della Ong Mediterranea Saving Humans, che sempre nel maggio del 2019 aveva soccorso una trentina di migranti in mare. Anche in quel caso è stato riconosciuto che l'equipaggio stesse adempiendo "al dovere di salvataggio di persone in pericolo di vita in mare".

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