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Pensioni

Pensioni, per finanziare quota 100 spunta il contributo di solidarietà

Per finanziare quota 100 e avviare il superamento della legge Fornero in tema di pensioni, il governo sta pensando anche a un contributo di solidarietà per tagliare le pensioni d’oro. L’idea è quella di un prelievo sugli assegni previdenziali superiori ai 4.500 euro netti mensili, da modulare attraverso tre scaglioni.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’introduzione della quota 100 e l’avvio del superamento della legge Fornero sembrano essere confermati dalle prime bozze della legge di Bilancio in cui sono previsti i fondi ma mancano le regole. Il tempo stringe, però, e le norme potrebbero essere introdotte anche in un secondo momento, magari con emendamenti alla manovra in Parlamento o con un decreto legge. Allora la partita si sposta su un altro terreno: le pensioni d’oro. Una misura che servirà, anche se in minima parte, a finanziare la quota 100. Il governo si aspetta dal taglio delle pensioni d’oro un miliardo di euro. Un obiettivo non facilmente realizzabile, secondo tutte le stime che circolano in queste settimane.

Il sistema da adottare sembra essere il contributo di solidarietà. Lo ha annunciato ieri la Lega, attraverso la sua capogruppo in commissione Lavoro alla Camera, Laura Murelli: si procederà, quindi, a un taglio progressivo degli assegni superiori ai 4.500 euro netti al mese, modulato su diversi scaglioni che dovranno essere definiti in un secondo momento. Il Sole 24 Ore ipotizza tre scaglioni: una fascia che va dai 90 ai 120mila euro con un taglio del 6%, una fascia da 120 a 160mila euro con un prelievo del 12% e infine un prelievo del 18% per chi si trova sopra i 160mila euro annui.

Da questa misura si potranno ricavare tra i 200 e i 300 milioni di euro l’anno, una cifra ben distante da quella di cui avrebbe bisogno il governo. Per quanto riguarda la formulazione degli scaglioni definitiva e il contributo di solidarietà si dovrà probabilmente attendere un emendamento alla legge di bilancio. Sembra certo che non ci sarà però un ricalcolo delle pensioni. L’idea, anticipata dal Messaggero, è quella di limitare la misura alle pensioni percepite solo su base retributiva, coinvolgendo così circa 20mila persone. Il taglio medio potrebbe essere di circa 1.500 euro l’anno con il contributo di solidarietà. Ma lo scontro tra Lega e M5s potrebbe non essere del tutto concluso, anche se ormai il MoVimento 5 Stelle sembra dover rinunciare all’ipotesi di un taglio alle pensioni sopra i 3.500 euro.

Tornando a quota 100, nelle ultime ore si discute delle finestre per il 2019. Dovrebbero essere quattro, ma per i dipendenti pubblici sembra quasi certo che le cose andranno diversamente, come confermato anche oggi dalla ministra per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno. Servirà probabilmente il preavviso di tre mesi, come spiega il Corriere, e per gli statali le uscite saranno due l’anno, una ogni sei mesi. Riducendo così la platea potenziale a circa 150mila lavoratori. La regola del preavviso dovrebbe durare due anni, così come il divieto di cumulo con i redditi da lavoro. Inoltre, va calcolato che ci saranno penalizzazioni per chi anticiperà la pensione con quota 100. Una serie di motivazioni che potrebbero scoraggiare molti lavoratori ad anticipare la pensione e una buona notizia per l’esecutivo a cui potrebbero bastare i 6,7 miliardi di euro previsti nella legge di Bilancio.

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