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Pelù ancora contro Renzi: “E’ un bugiardo, lasciai io incarico FI.ESTA”

Ieri il rocker dal palco del Concertone ha attacco il premier (“E’ il boyscout di Gelli”) e in molti hanno menzionato i presunti dissapori tra i due, citando il mancato rinnovo dell’incarico del cantante da direttore artistico dell’Estate Fiorentina. Ma Pelù mette a tacere le polemiche.
A cura di Biagio Chiariello
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E' diventato ormai ufficialmente un caso politico l'affondo di Piero Pelù contro il premier Matteo Renzi dal palco del Concertone del Primo Maggio a Roma. "Il non eletto, ovvero il boy-scout di Licio Gelli, deve capire che in Italia c’è una grande guerra interna, e si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, ‘ndrangheta. Fa elemosine da 80 euro: noi però abbiamo bisogno di lavoro" ha detto il rocker fiorentino da Piazza San Giovanni. Un attacco al quale ha fatto seguito un'altra critica in mattinata: "Renzi è un bugiardo e mente in maniera spudorata sapendo di mentire nei miei confronti, proprio ora ho seguito alcuni Tg e in tutti, ripeto in tutti, è stata ripetuta la menzogna consumata che ‘Pelù ce l’ha con Renzi perchè non gli ha più fatto fare l’estate fiorentina'. Evidentemente la disinformazia del boy scout di Gelli si è scatenata. Ma sparando cazzate ad alzo zero". E quindi chiarisce: "Ho lasciato io nell'ottobre 2007".

In molti, infatti, hanno ipotizzato che l'attrito Pelù-Renzi risalirebbe al 2009, quando l'allora neo sindaco non rinnovò l'incarico al rocker di direttore  di ‘Fi.Esta' (marchio che peraltro Pelù rivendica di aver ideato e creato a sue spese per poi cederlo al Comune di Firenze). Era il 2007 quando Leonardo Domenici, predecessore di Renzi, affidò le chiavi dell'Estate Fiorentina a Pelù, deliberandone il raddoppio del compenso che era, prima, di Mauro Pagani (da 36 a 72mila euro). "Pelù – si legge nella delibera di allora – è stato individuato proprio per la sua preziosa esperienze maturata in campo musicale, per l’attenzione che da anni rivolge al mondo dei giovani, per il suo radicamento sul territorio cittadino e per la sua formazione culturale". Effettivamente l'anno dopo Pelù lasciò l'incarico e direttore ad interim dell'Estate Fiorentina ne divenne l'assessore alla Cultura Giovanni Gozzini, che potè contare su un budget di circa 500.000 euro. Ma quando sindaco divenne colui che poi sarebbe divenuto premier, fu chiamato Riccardo Ventrella, a costo zero.

Ma Pelù non è nuovo ad attacchi nei confronti di Renzi. "Prima del Pdl, asfalta le buche. Sei un berluschino", scriveva il leader dei Litfiba su Facebook nel settembre del 2013. Sempre in quell'occasione lo definì  “il sindaco più latitante della storia di Firenze”. Parole cui l'attuale premier replicò su Twitter infilando: "Piero Pelù ha fatto il consulente artistico al Comune di Firenze prima che arrivassi io, e abbiamo visto i risultati… L'Estate fiorentina ora funziona, prima non funzionava; lui prendeva i soldi, e chi c'è ora, Riccardo Ventrella, non prende soldi". Quindi due mesi dopo,  criticando la scelta di Jovanotti di appoggiare per il sindaco di Firenze alle primarie, Pelù espresse ancora il suo dissenso nei confronti del cantautore di Cortona: "Jovanotti è un ruffiano. In questi anni non ha mai smesso di saltare sul carro prima di D’Alema poi di Veltroni. Ora di Renzi".

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