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Omicidio Manuel, ore contate per il sesto uomo. La mamma non incontra i genitori dei killer

Finora sono cinque i giovani finiti in manette con l’accusa di aver ucciso Manuel Careddu, 18enne di Macomer che risultava scomparso da settimane. Ma almeno un’altra persona avrebbe assistito al delitto o almeno mentre seppellivano il cadavere. Le intercettazioni rivelano infatti un dialogo in cui un’altra persona viene messa al corrente dell’omicidio.
A cura di Susanna Picone
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“Quelle cinque belve non hanno visto che Manuel era poco più di un bambino? Non hanno pensato che stavano togliendo la vita a un ragazzo come loro? Lo so che mio figlio era coinvolto in storie non belle, ma per questo ha pagato le sue colpe. Invece voi, belve umane, lo avete ucciso senza pietà. Lo avete ammazzato come se fosse una bestia, la dovete pagare cara e non sarà certamente la condanna esemplare che vi verrà inflitta a rasserenarmi”. Con queste parole pronunciate davanti ai giornalisti Fabiola Balardi, la madre di Manuel Careddu, ha manifestato tutto il suo dolore e la sua rabbia per quanto accaduto a suo figlio, il ragazzo di diciotto anni di Macomer ucciso e sepolto in un terreno nelle campagne di Ghilarza per recuperare poche centinaia di euro per la vendita di marijuana. Una donna – a quanto pare finita nel mirino dei presunti killer come suo figlio – che ora ha detto no a un incontro con i genitori dei ragazzi arrestati per l’omicidio di Manuel. Fabiola Berlardi non vuole vedere né sentire parlare i parenti di quei giovani che hanno ucciso suo figlio. Come scrive La Nuova Sardegna, qualche giorno fa la mamma di Manel aveva accettato di parlare con la madre della diciassettenne coinvolta nel delitto, ma perché non aveva ancora con sé il corpo del figlio. L’aveva incontrata insomma per avere risposte sul luogo in cui fosse stato abbandonato il ragazzo. Ora le cose sono cambiate e appare tardiva la richiesta dei genitori di Christian Fodde e Riccardo Carta, avanzata attraverso l’intermediazione degli avvocati.

Le intercettazione che incastrano un sesto uomo – Intanto, nel delitto di Manuel Careddu, si va avanti a cercare una sesta persona. Qualcuno che sarebbe stato presente mentre seppellivano il cadavere, che era con gli arrestati in auto il giorno dopo l'omicidio. I cinque fermi non sono insomma l'ultimo atto dell'indagine. Le indagini, coperte dalla massima riservatezza, sono serrate e potrebbero avere una veloce evoluzione. La figura del sesto uomo compare chiaramente nell'ordinanza di fermo dei cinque giovani. La sua voce è stata intercettata e “congelata” dagli inquirenti. Nell’intercettazione il giovane ancora misterioso dice: “Non ho ancora realizzato”. Lo stesso Fodde intercettato parla con lui dicendo: “Non è un gioco… quello di ammazzare va bene… è il dopo”.

Le condizioni del corpo di Manuel – Si attendono poi gli esiti dell'autopsia e l'esame del Dna per il riconoscimento ufficiale del cadavere di Manuel. Le condizioni del corpo del diciottenne, rimasto sepolto per cinque settimane in una fossa profonda circa 30 centimetri, sono tali che il solo esame autoptico non potrà dare risposte certe. Gli assassini gli hanno  sfondato il cranio con pala e piccozza e avrebbero provato a farlo a pezzi con una motosega prima di seppellirlo. Nessun indumento è stato trovato vicino al cadavere, né documenti.

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