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Olanda, 11 neonati morti: alle madri era stato somministrato Viagra come sperimentazione

A 93 donne con complicanze placentari erano stati somministrati alcuni farmaci per favorire la crescita dei feti, tra cui anche il sildenafil, ma molti bambini hanno riportato danni ai polmoni e alcuni di loro sono morti.
A cura di Biagio Chiariello
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Ad alcune donne olandesi a cui è stato somministrato il Viagra per incrementare la crescita dei loro feti nell’ambito di una sperimentazione farmaceutica “stanno ora vivendo con estrema ansia la propria gravidanza” dopo la morte di 11 neonati. Come si legge sul Guardian, la ricerca, condotta in 10 ospedali dei Paesi Bassi, ha coinvolto alcune future mamme che presentavano complicanze placentari a cui è stato somministrato, insieme ad altri farmaci, anche il sildenafil, commercialmente conosciuto come Viagra. La famosa pillola blu ha la funzione fondamentale di dilatare i vasi sanguigni ed è utilizzata per combattere le disfunzioni erettili negli uomini e per chi soffre di pressione alta.

La sperimentazione, precedentemente condotta sui topi, aveva l’obiettivo di utilizzare questo farmaco per aumentare il flusso sanguigno attraverso la placenta, favorendo la crescita del bambino. Tuttavia il test è stato bloccato dopo che un comitato esterno che supervisionava la ricerca che ha scoperto che molti bambini erano nati con problemi ai polmoni. In totale, a 93 donne è stato somministrato il farmaco come parte del processo, guidato dall’Amsterdam University Medical Centre. Diciassette bambini hanno sviluppato problemi ai polmoni e 11 sono morti. Altre 90 donne sono state monitorate come gruppo di controllo, somministrando loro un placebo: qui solo 3 bambini hanno sviluppato problemi ai polmoni e nessuno è morto. Una quindicina di donne devono ancora partorire e la loro maggiore preoccupazione è che i loro bimbi sviluppino problemi simili. I farmaci potrebbero infatti aver causato ipertensione nei polmoni, con la conseguenza che ai bambini arrivasse troppo poco ossigeno. Niente fa pensare che la ricerca sia stata gestita male.

In un’intervista rilasciata al quotidiano olandese De Volkskrant, il capo della ricerca, la ginecologa Wessel Ganzevoort, ha dichiarato: “Volevamo provare che esiste un modo efficace per favorire la crescita del bambino. Ma è successo l’opposto. Sono scioccata. L’ultima cosa che vorremmo è fare del male ai pazienti.” Un portavoce dell’Amsterdam University Medical Centre ha dichiarato di ritenere che il processo sia stato condotto correttamente, ma è quasi certo che venga avviata un'indagine esterna.

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