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Nomine Rai, il 21 giugno si vota per il nuovo Cda. Ecco i candidati

La commissione di Vigilanza di Viale Mazzini ha fissato per il 21 giugno il voto dei sette componenti del consiglio di amministrazione di sua competenza. Tra i candidati ci sono ex consiglieri, giornalisti, professori universitari e persone comuni. Ma dopo le titubanze degli ultimi giorni, cosa faranno i partiti resta ancora un mistero.
A cura di Biagio Chiariello
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Nomine Rai il 21 giugno si vota per il nuovo Cda Ecco i candidati

C'è un primo elemento da cui partire in merito al voto dei sette componenti del consiglio di amministrazione RAI. L'Ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza di Viale Mazzini ha deciso di aprire il seggio elettorale per il rinnovo del Cda giovedì 21 giugno, prima di procedere all’eventuale voto sul nuovo presidente Anna Maria Tarantola, indicato dal premier (e azionista di maggioranza) Mario Monti insieme al dg Luigi Gubitosi e al consigliere “fiduciario” Marco Pinto. C'è chi come il Pdl aveva chiesto ancora un po' di tempo per decidere chi votare (per adesso, c'è tempo fino al 18 giugno per inviare il curriculum) tra i candidati. Ma il partito di centrodestra, non è il solo a indugiare. Dai vertici del Pd, ribadiscono che la posizione del segretario Bersani è quella già esposta nei giorni scorsi: «Pensiamo che sulla Rai, i partiti non debbano nominare. Noi non lo faremo». E dello stesso avviso è pure la Lega che «non proporrà alcun nome per il prossimo cda. Confermiamo la nostra posizione sulla improcastinabilità della sua privatizzazione », ha già detto Davide Caparini, responsabile della comunicazione del Carroccio. In realtà, il presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli ieri ha fatto notare che c'è ancora tempo per l'esame dei «numerosi curricula sulla base della loro corrispondenza ai requisiti di legge». Ma soprattutto, che i partiti potranno prendere in considerazione sia autocandidature che segnalazioni esterne non necessariamente riconducibili alle formazioni politiche.

Un metodo sicuramente trasparente per scegliere i 7 componenti del Cda, che potrebbe rappresentare una sorta di escamotage per il Pd. Al momento i candidati sono trentatré, ci sono ex consiglieri, giornalisti, professori universitari e persone comuni. Si va dai "direttori" Massimo Liofredi (ex di Rai Due), Carlo Freccero (attuale di Rete4), Paolo Sabbatucci (direttore della segreteria dell’attuale Cda Rai) ai giornalisti più o meno noti, come Michele Santoro, Federico Guiglia, Massimo Pini, Giuseppe Signoriello. Non mancano i parlamentari come Alberto Di Luca (ex tesoriere di Forza Italia dal 1994 al 2006) e gli assessori  come Umberto Croppi (esponente Fli, ex assessore alla Cultura del Comune di Roma, nella prima giunta Alemanno dal 2008 al 2011). Numerosi sono i docenti universitari: Marco Gambaro, Renato Parascandolo, Armando Lamberti, Franco Rositi, Fabrizio Perretti, Roberto Mastroianni, Sabino Acquaviva. Tra questi non spicca il nome di Roberto Menego,  un comune cittadino, un artigiano edile che vive in provincia di Pordenone. Ha deciso di inviare il suo curriculum perché vuole «una tv pubblica con una più vasta impronta divulgativa didattica».

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