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No Tav di nuovo in corteo contro la Torino-Lione

La manifestazione di protesta partirà domani dal comune di Giaglione per poi dirigersi verso l’area del cantiere. Il prefetto di Torino ha interdetto la zona antistante ai lavori ma i no tav cercheranno di arrivare alle recinzioni per operare un taglio simbolico delle reti.
A cura di Antonio Palma
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La manifestazione di protesta partirà dal comune di Giaglione per poi dirigersi verso l’area del cantiere. Il prefetto di Torino ha interdetto la zona antistante ai lavori ma i no tav cercheranno di arrivare alle recinzioni per operare un taglio simbolico delle reti.

Nuova manifestazione domani per il movimento No tav nei pressi del cantiere della linea alta velocità Torino Lione. La manifestazione dal titolo “Diamoci un taglio” era stata già organizzata da tempo ma, dopo gli scontri della manifestazione del 15 ottobre a Roma, si temono nuove violenze anche per domenica. Da più parti, infatti, è stato rilevato che alcuni esponenti dei gruppi violenti nella protesta degni indignati erano già stati visti nei precedenti disordini in Val Di Susa, dove non sono mancati scontri con le forze dell’ordine.

Il prefetto di Torino che già aveva dichiarato off limits la zona del cantiere, peraltro circondata da recinzioni e sbarramenti dopo le precedenti manifestazioni, ha allargato ancora di più la striscia rossa dove non sarà consentito ai manifestanti di entrare. Per motivi di ordine pubblico, infatti, dalla scorsa mezzanotte e fino alle 7 di lunedì mattina resteranno chiuse tutte le strade intorno al cantiere. Nella stessa circolare prefettizia si legge “E' inoltre vietato l'accesso a chiunque a tutti i sentieri e alle aree prative e silvestri dei comuni di Giaglione e Chiomonte che comunque conducano all'area di cantiere”, e per evitare qualsiasi pericolo è stata vietata qualsiasi attività venatoria durante tutto l’arco temporale della manifestazione.

Il corteo dei No tav dovrebbe partire dal comune di Giaglione intorno alle undici e il coordinamento dei comitati anti tav ha assicurato di voler condurre una manifestazione pacifica, la parola d’ordine è tutti con il volto scoperto e senza oggetti che possano essere scambiati per armi. L’obiettivo finale, una volta arrivati alla recinzione del cantiere, è mettere in atto un gesto simbolico con il taglio delle reti. Molti, infatti, sono pronti ad usare pinze e cesoie per rompere le barriere, finendo però inevitabilmente con lo scontrarsi con la polizia.

Dalla questura si fa appello al buon senso e al dialogo reciproco per il corretto svolgimento della pacifica manifestazione, ma si prendono misure precauzionali del caso. Da ieri, infatti, sono scattati maggiori controlli e sistemi di monitoraggio dell’area e si stanno realizzando alcuni filtri per impedire ai manifestanti di arrivare alla recinzione. A protezione del cantiere saranno schierati più di 1500 uomini tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, supportati da idranti ed elicotteri.

Dal mondo politico c’è chi lancia segnali di preoccupazione, come il Presidente della Regione Piemonte, Cota, che avverte “abbiamo avuto segnali che dietro questa manifestazione c'era la voglia di creare gli stessi incidenti di Roma”. Speriamo che le parole del governatore siano solo allarmi ingiustificati e che la manifestazione di domani finisca con un messaggio più proficuo di quella degli indignati.

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