188 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Opinioni

Proiettare bandiere e simboli su chiese e monumenti è una leggerezza che Napoli non si può permettere

Operazioni grafiche degne di un diciottesimo o di un gender reveal party vanno evitate.
188 CONDIVISIONI
La bandiera Usa proiettata sulla chiesa del Gesù Nuovo / foto Pino De Stasio
La bandiera Usa proiettata sulla chiesa del Gesù Nuovo / foto Pino De Stasio

Qualche settimana fa la Disney ha organizzato a Napoli un mega show per il film "Wish" uscito a dicembre. Per l'occasione il colosso dei cartoni animati predispose uno spettacolo pirotecnico poderoso e un video mapping (proiezioni) sulla facciata del Maschio Angioino. Tutti contenti, le immagini han fatto il giro del mondo. Tanto che qualcuno ha evidentemente pensato: perché non lo rifacciamo?

Peccato però che questo esperimento, pagato coi soldi della Città Metropolitana di Napoli (l'ex Provincia di Napoli che oggi è retta dallo stesso sindaco partenopeo in carica) non sia andato granché.

Immagine

Qualche settimana fa il primo video mapping sulla facciata della chiesa di San Domenico Maggiore è stato accolto con scetticismo per un semplice motivo: il corno rosso non c'azzeccava proprio niente. Né con la storia della chiesa né con quella della piazza.

La scelta – apprendiamo – era ricaduta su simboli che avrebbero dovuto richiamare le più belle canzoni della tradizione napoletana: da  ‘O sole mio a Tu sì ‘na cosa grande, passando per Era de Maggio e Tu vuò fà l’americano.

E arriviamo all'ultima sortita: sul bugnato della chiesa del Gesù Nuovo, nell'omonima piazza, è stata proiettata la stars and stripes, ovvero la bandiera degli Stati Uniti d'America. Ovviamente non è passata sotto silenzio – il primo a far sentire la sua voce è stato Pino De Stasio, consigliere di municipalità e presenza storica ai Decumani – e ovviamente più del corno rosso ha destato interesse e polemiche poiché collocata assolutamente out of context.

Le persone cui non stanno a genio gli States (per qualsivoglia motivo) hanno protestato; le persone che amano gli States non hanno capito. Perché l'operazione non è stata accompagnata da un valido contesto, anticipata da una chiara spiegazione.

Del resto non tutti, residenti o visitatori, erano obbligati a capire al volo il nesso fra la canzone di Renato Carosone e la bandiera Usa.

La città di Napoli è attraversata notte e giorno da centinaia di migliaia di turisti che arrivano da ogni parte del mondo. Operazioni grafiche degne di un diciottesimo o di un gender reveal party vanno evitate: oggi la città non si può permettere più queste leggerezze che scoprono il fianco a potenti strumentalizzazioni che rischiano di andare ben oltre.

E poi lasciamo stare la chiesa del Gesù: dal Dopoguerra (ma pure nei secoli precedenti) ne ha già viste tante.

188 CONDIVISIONI
Immagine
Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views