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“Nicola Cosentino d’accordo coi clan per tutta la carriera”: le motivazioni della condanna a 10 anni

Le motivazioni della condanna a 10 anni a Nicola Cosentino: avrebbe mantenuto un accordo col clan dei Casalesi “nell’arco dell’intera ascesa politica”.
A cura di Nico Falco
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L'accordo illecito tra Nicola Cosentino e il clan dei Casalesi "è perdurato sostanzialmente nell'arco dell'intera ascesa politica": lo scrivono i giudici della Corte d'Appello di Napoli che il 21 luglio 2021, un anno fa, condannarono per concorso esterno in camorra l'ex uomo di punta di Forza Italia in Campania a 10 anni di reclusione nell'ambito del processo Eco4 sulle infiltrazioni mafiose nel settore dei rifiuti. "Per mantenere il suo impegno nei confronti del sodalizio – si legge nelle motivazioni – Cosentino ha strumentalizzato il delicato ruolo istituzionale, non facendosi scrupolo di piegarlo agli interessi del clan camorristico, oltre che ai suoi personali interessi".

Cosentino, le motivazioni della condanna: "Accordo coi clan per tutta la carriera"

Le motivazioni sono state depositate lo scorso 21 luglio, ad un anno esatto dall'udienza in cui fu letta la condanna contro la quale i legali di Cosentino (Stefano Montone, Agostino De Caro ed Elena Lepre) hanno annunciato ricorso in Cassazione. I giudici sottolineano anche la carriera politica, durata oltre dieci anni e ad altissimi livelli, durante la quale sarebbe stato in vigore l'accordo con la camorra casalese: "è stato deputato della Repubblica Italiana dal 9 maggio 1996 al 14 marzo 2013, per quattro consecutive legislature, ricoprendo durante l'ultimo incarico di deputato, dal 12 maggio 2008, la carica di Sottosegretario all'Economia nel quarto Governo Berlusconi".

I giudici: "Cosentino referente nazionale del clan dei Casalesi"

Rispetto alla condanna comminata in primo grado dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i giudici della Corte di Appello hanno aumentato la pena di un anno e hanno esteso la responsabilità di Cosentino per il concorso esterno: sarebbe stato "referente nazionale dei Casalesi" non fino al 2004, ma fino al 2009. Altri cinque anni di appoggio al cartello camorristico, come sostenuto dalla Dda di Napoli, che aveva presentato appello ritenendo che quell'accordo fosse andato avanti, saldandosi con le condotte che erano state contestate a Cosentino in altre due indagini antimafia successive (anche se nei relativi processi l'ex coordinatore di Forza Italia è stato assolto in appello).

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