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Muore in carcere il boss Amedeo Genovese: aveva 65 anni, era ritenuto il capo del Partenio

Morto a 65 anni Amedeo Genovese: era ritenuto il capo del clan Partenio, stava scontando due ergastoli nel carcere di Voghera. Da qualche tempo le sue condizioni si erano aggravate, tanto da essere portato nel reparto detenuti del carcere di Parma, dove è morto nelle scorse ore in seguito ad un arresto cardiocircolatorio. Era anche il padre di Damiano Genovese, ex consigliere della Lega ad Avellino e condannato a tre anni a marzo scorso per possesso di armi illegali e ricettazione.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Muore in carcere il boss Amedeo Genovese, ritenuto capo del Clan Partenio attivo tra Avellino e provincia. Da vent'anni era detenuto nel carcere pavese di Voghera, dove stava scontando due ergastoli, ma da qualche tempo era stato trasferito nel reparto detenuti dell'Ospedale di Parma, dopo l'aggravarsi delle sue condizioni. Amedeo Genovese, 65 anni, era ritenuto il mandante di due delitti "eccellenti": quello di Walter De Cristofaro e di Modestino Corrado, due tra i personaggi criminali di spicco degli anni Novanta, soprattutto nel controllo del traffico di droga.

Era in regime di 41 bis dal 2010, da quando era stato ritenuto tra i fondatori assieme al cugino Modestino del clan che da inizio millennio controllava usura, racket e spaccio di droga tra Avellino e provincia. Prima di diventare boss di un proprio clan, era stato considerato particolarmente vicino al clan Cava di Quindici. Stroncato da un arresto cardiocircolatorio a Parma, il suo nome era tornato in risalto negli ultimi anni, dopo che il figlio Damiano era stato candidato ad Avellino con la Lega diventando anche consigliere comunale nel 2018. Nel 2019, Damiano Genovese (che ha sempre preso le distanze dall'operato del padre), fu escluso dalla corsa a sindaco di Avellino, mentre nel novembre 2020 era finito tra gli arrestati in una maxi inchiesta su aste truccate, minacce e voto di scambio e nel marzo di quest'anno era stato invece condannato a tre anni di reclusione è per possesso di armi illegali e ricettazione: erano cadute invece, durante il processo, le aggravanti del metodo mafioso e l'utilizzo dell'arma per favorire il clan.

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