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Marigliano, il Prefetto di Napoli scioglie il consiglio comunale e nomina un commissario

Il prefetto di Napoli avvia l’iter per lo scioglimento del comune di Marigliano: da oggi sono diventate effettive ed irrevocabili le dimissioni del sindaco Antonio Carpino, travolto dall’inchiesta che lo vede accusato di scambio elettorale politico-mafioso e “corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso. Accuse che Carpino ha respinto fortemente. Il prefetto Valentini ha intanto nominato il viceprefetto Esposito commissario per la città in attesa delle elezioni.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Era nell'aria, ora è ufficiale: da oggi sono diventate efficaci ed irrevocabili le dimissioni presentate da Antonio Carpino, sindaco di Marigliano, e così il Prefetto di Napoli ha avviato l'iter per lo scioglimento del consiglio comunale. Già scelto il commissario prefettizio: si tratta di Roberto Esposito, viceprefetto, nominato dal prefetto di Napoli Marco Valentini per amministrare provvisoriamente l'ente in attesa delle prossime elezioni comunali.

Il comune alle porte di Napoli vive giorni intensi: lo scorso 21 luglio, come un fulmine a ciel sereno, il sindaco Carpino era stato arrestato, accusato assieme ad altri cinque indagati di "scambio elettorale politico-mafioso" e "corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso". Reati che secondo l'ipotesi accusatoria sarebbero stati commessi a Marigliano, dall’ottobre 2014 al giugno 2015. Carpino ha respinto prontamente ogni accostamento, e davanti al giudice per le indagini preliminari ha spiegato, durante l'interrogatorio di garanzia, di non aver dato luogo ad alcuna compravendita di voti, né a promesse di appalti ai clan. La sua stessa conoscenza con il ras Luigi Esposito sarebbe dovuta esclusivamente al suo lavoro di avvocato penalista. A tirare in ballo Carpino è stato Cristiano Piezzo, ex elemento di spicco dei clan di camorra attivi a Marigliano e diventato oggi collaboratore di giustizia. Piezzo ha raccontato ai magistrati antimafia di presunti rapporti che il proprio gruppo criminale avrebbe avuto con Antonio Carpino, al punto che il clan avrebbe sostenuto la sua candidatura spingendosi perfino ad accompagnare le persone a votare, perché a suo dire, come si legge nei verbali, "chi comanda, non comanda veramente se non comanda sul Comune".

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