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Lissner: “Non lascio il Teatro San Carlo, il decreto del Governo è discriminatorio”

Lissner non lascerà il Teatro San Carlo il 1° giugno e definisce “discriminatorio” il decreto del Governo per il pensionamento a 70 anni dei direttori artistici.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Stéphane Lissner non lascerà il 1° giugno il ruolo di direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli. Nonostante l'atto presentato dalla Fondazione che "recepisce" il decreto del governo che manda di fatto in pensione a 70 anni i direttori dei teatri (e Lissner li ha compiuti a gennaio), Lissner ha inviato una lettera al Consiglio della Fondazione stessa, presieduto da Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, nel quale avverte che continuerà a ritenersi tale anche dopo il 1° giugno, definendo "discriminatorio" il decreto del Governo Meloni.

Nella lettera, diffusa da Repubblica.it, Stéphane Lissner definisce "discriminatorio, nullo, illegittimo, ingiustificato, inefficace, arbitrario, irragionevole" il decreto del Governo che modifica il limite di età oltre il quale scatta il pensionamento per i direttori delle fondazioni lirico-sinfoniche, portandolo a 70 anni. Lissner, sotto contratto fino al 2025, fa anche sapere di riservarsi ogni tipo di azione legale, soprattutto se il decreto del governo sarà convertito in legge a luglio nella sua versione attuale. Il direttore artistico del San Carlo ha anche aggiunto che "disconosce il provvedimento espulsivo e continua a considerarsi, a tutti gli effetti, direttore artistico del San Carlo, ruolo che continuerà a svolgere anche oltre la data del primo giugno". Già nei giorni scorsi lo sciopero dei lavoratori del Teatro San Carlo in stato di agitazione per il futuro del teatro e per la stabilizzazione dei precari aveva portato all'annullamento dello spettacolo "Don Chisciotte della Mancia" di Giovanni Paisiello, prevista per domenica 28 maggio.

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