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Opinioni

La Napoli bellissima e la Napoli dell’orrore, dove si può finire con due proiettili in corpo per uno scooter

Napoli sta vivendo un nuovo boom turistico, ma la microcriminalità sta cambiando volto: ragazzini armati, che non si fanno scrupoli a sparare. E a uccidere.
A cura di Nico Falco
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Due "botte" nelle gambe, per essersi rifiutati di consegnare uno scooter. A Napoli, oggi, si rischia la vita anche così. Mentre la città si riempie di turisti, la squadra di calcio schizza spedita verso il terzo scudetto e il settore food si rinnova per dettare ancora legge.

Ed è solo per una fortunata, fortunatissima coincidenza che non sia morto il giovane ingegnere di 32 anni che mercoledì sera si è trovato faccia a faccia con due rapinatori a San Giovanni a Teduccio: un delle pallottole gli ha lesionato l'arteria femorale, e quando succede è una roulette.

"Due facce della stessa medaglia", si dice di solito. Oppure, "ma succede in tutte le grandi città". E invece no. Succederà pure ovunque, ma qui succede più spesso. E nasconderlo, giustificarlo, è fare un torto alla città che, a parole, si dice di voler difendere. Il problema c'è, eccome. Sminuirlo significa lasciarlo crescere invece di chiedere una soluzione.

Il video della rapina al distributore di benzina, che Fanpage.it ha pubblicato stamane, fa semplicemente paura. Fanno paura le circostanze, i movimenti, la semplicità con cui si preme il grilletto. Fa paura guardare le gambe così sottili del rapinatore che spara: ha il fisico di un ragazzino, peserà una cinquantina di chili e per salire sullo scooter deve saltare. Eppure, ha una pistola in mano.

Come ce l'aveva chi, la notte del 20 marzo, ha sparato a Mergellina verso i ragazzi agli chalet e ha colpito in petto Francesco Pio Maimone, che se ne stava con gli amici per i fatti suoi a mangiare nocciolino. Quella volta non c'entrava manco una rapina e uno scooter: un litigio, hanno ricostruito gli inquirenti, per un paio di scarpe sporcate.

"Se ti fermano per strada non reagire, dagli tutto: il telefonino si ricompra, la macchina pure". Chissà quante volte ce lo siamo sentiti dire dai nostri genitori, preoccupati che per un'alzata di testa tornassimo "intorzati" per qualche schiaffone. "Specie se hanno un coltello", aggiungevano, paventando il massimo pericolo che una mamma avrebbe potuto immaginare una ventina di anni fa. Ora, invece, hanno la pistola. Anche i ragazzini di cinquanta chili e alti un metro e sessanta. E sparano.

Le strade crollano, il mare inquinato,
case come prigioni, m’hanno licenziato!
Però in galleria che soddisfazione
la gente è felice e parla di pallone

(La Smorfia – quarant'anni fa)

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Giornalista professionista dal 2011, redattore di cronaca nera per Fanpage.it dal 2019. Precedentemente ho lavorato per i quotidiani Cronache di Napoli, Corriere del Mezzogiorno e Il Mattino.
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