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La “marénna” nel dialetto napoletano? Non è una semplice merenda

Anche se l’etimologia è pressoché la stessa, quando il dialetto napoletano usa il termine marénna non intende certo “solo” la classica merenda. Si tratta di un qualcosa di più complesso, gustoso e quasi sacro, qualcosa che sa di quotidiano e di tempo di lavoro e di riposo: ecco cos’è la marénna a Napoli.
A cura di Federica D'Alfonso
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La marénna nel dialetto napoletano
La marénna nel dialetto napoletano

Il dialetto napoletano non lascia spazio a fraintendimenti, soprattutto quando si parla di cibo. Oltre ad avere piatti tipici ed unici per ogni occasione e festività, la parlata partenopea si distingue anche quando si parla dei pasti più comuni: è il caso della "marénna", che ha cresciuto intere generazioni, e che in napoletano non è la semplice e banale "merenda".

Che sia per la prima colazione, per uno spuntino prima del pranzo o per spezzare il pomeriggio, c'è sempre modo di preparare, o farsi preparare, una sostanziosa e gustosa marénna: il termine infatti, anche se potrebbe sembrare riconducibile all'italiano "merenda", indica propriamente il panino. Non uno spuntino qualsiasi, ma un pasto " ‘e sustanza": con prosciutto, formaggio, pomodori, o qualunque cosa vi piaccia di più, l' importante è che sia fra due fragranti fette di pane.

Non confondetela mai con la merenda semplice, anche se l'etimologia di questa parola del dialetto napoletano è praticamente la stessa di quella del termine italiano: dal latino, a sottolineare quasi l'importanza da dover dare alla marénna, come un premio. La parola infatti deriva da "merère", ovvero "meritare". In particolare la versione dialettale, riadattata, riprende la derivazione dal gerundivo, che significa appunto "cose da meritare": la marénna per il napoletano è quasi un trofeo, che non va trascurato.

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