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Covid 19

Campania in zona rossa: ora conviene a tutti fare la propria parte (e aiutare chi la fa già)

Il presidente della Regione, il sindaco di Napoli, ma anche i singoli cittadini che non fanno altro che lamentarsi di tutto e del contrario di tutto: è meglio iniziare a cooperare. Forse è il caso di ‘vutta’ ‘e mmane’, come si dice a Napoli.  Modo di dire ambivalente: può significare picchiarsi oppure lavorare a spron battuto. Preferiamo la seconda. La Campania è spaventata, si merita tutto l’aiuto possibile.
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La Campania è in zona rossa Covid. E ora è meglio non litigare e fare la propria parte, aiutando chi lo fa già. Stamattina molta gente ha avuto la necessità impellente di andare al ristorante giapponese per un sushi in modalità all you can eat. Scene ridicole: con assembramenti per andare a ingozzarsi e in alcuni casi pure senza mascherina.

I soliti geni sul lungomare (meno della scorsa settimana): ma era necessario, assolutamente necessario? Stesse scene al Vomero. Nello stesso momento, all'ospedale Cotugno, medici e infermieri imbardati come pupazzi di neve andavano ad assistere in auto malati Covid che necessitavano o di un ricovero o di una minima assistenza che dev'essere costituzionalmente garantita. Non leghiamo le due cose con una strumentalizzazione, ma come due pezzi di città. Quello dello "struscio senza problemi" (e pure senza mascherina, anche oggi la polizia ha multato molta gente che non la usava) forse non vedono o fanno finta di non vedere chi in ospedale lotta per far vivere la gente e assicurargli una minima assistenza nonostante i disastri della sanità regionale.

Forse, ripeto, è meglio che tutti facciano la loro parte. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca smetta di bastonare chiunque trovi sul suo cammino e non la pensi come lui macchiandosi del reato di lesa maestà.  I problemi della sanità campana non vanno negati: vanno ammessi e va chiesto aiuto. Non con orgoglio ma con fiera consapevolezza. Perché è chiaro che siamo in sofferenza e che qualcosa non va per il verso giusto.

Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, semplicemente, lavori:  in zona rossa c'è un piano di assistenza ai senza fissa dimora? Ad esempio, una "clamorosa delibera" di un Comune avrebbe potuto contenere questo. Milano (dovrebbe saperlo, è tanto amico di Beppe Sala) ha messo in campo un fondo di mutuo soccorso, un numero fisso per le informazioni sulle iniziative di aiuto, un punto d'ascolto raccogliere e ascoltare i bisogni e le percezioni delle persone in un grande momento di difficoltà.

A Napoli manca l'ossigeno terapeutico: il Comune può attivarsi coi canali istituzionali per cercarlo? E la Regione Campania ha deciso di dire una parola sulla faccenda?

Iniziative private istituiranno il tampone solidale per aiutare chi non se lo può permettere e non può aspettare, a pagarselo. La Regione e il Comune di Napoli che fanno?

Forse è il caso di ‘vutta' ‘e mmane‘, come si dice a Napoli.  Modo di dire ambivalente: può significare picchiarsi oppure lavorare a spron battuto. Preferiamo la seconda. La Campania è spaventata, si merita tutto l'aiuto possibile.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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