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Musei italiani, nominati da Franceschini 20 nuovi direttori: sono ben 7 gli stranieri

Sono stati nominati i nuovi direttori dei principali musei italiani. La scelta è stata ampia, internazionale e giovane: i nuovi vertici dei più importanti poli museali del paese hanno tutti fra i quaranta e i cinquant’anni, con esperienze accademiche notevoli e importanti incarichi ricoperti nei più importanti musei del mondo. Dieci donne e dieci uomini, ben sette stranieri e quattro italiani di ritorno da incarichi all’estero: questi i numeri della nuova squadra nominata dal Mibact. Numeri che però non sono piaciuti proprio a tutti.
A cura di Federica D'Alfonso
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Nominati 20 nuovi direttori per i Musei italiani. Il Mibact ha scelto i nuovi vertici delle gallerie d'arte italiane in una lista di nomi importanti ed estremamente vasta: 14 infatti sono storici dell'arte, 4 sono archeologi, un museologo e un manager culturale. L'età media dei vincitori è di 50 anni, e fra i nomi spiccano ben 7 stranieri. Fra gli  italiani, molti tornano dopo esperienze di lavoro all'estero, da Stati Uniti e Francia principalmente. Il ministro Franceschini si è detto soddisfatto delle scelte operate dal Ministero, sottolineando la speranza che con nomi di levatura internazionale, il sistema museale volterà pagina recuperando un ritardo di decenni. In queste ore molte sono state le reazioni, favorevoli e contrarie alle scelte del Mibact, e anche molte le polemiche senza mezzi termini sulla procedura di selezione dei nuovi direttori.

Gli stranieri sono tutti cittadini dell’Unione Europea, e fra le nomine spicca quella dello storico dell'arte tedesco Eike Schmidt che prenderà il posto di Antonio Natali alla direzione della Galleria degli Uffizi. Schmidt ha già lavorato in passato a Firenze, ed è riconosciuto come uno dei massimi esperti di arte fiorentina a livello internazionale. Tra i vari incarichi internazionali ricoperti, quello di curatore del Dipartimento di sculture e arti decorative nel J. Paul Getty Museum di Los Angeles. Dal 2008 al 2009 ha lavorato a Londra da Sotheby’s, come direttore e capo del Dipartimento scultura e arti applicate europee, e dagli stessi anni è curatore e capo del Dipartimento di scultura, arti applicate e tessili del Minneapolis Institute of Arts. Tedeschi anche Cecilie Hollberg, nuova direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, e l’archeologo Gabriel Zuchtriegel, che dirigerà il parco archeologico di Paestum.

Anna Coliva per la Galleria Borghese di Roma. Storica dell’arte, dal 1980 è funzionario del Ministero dei beni culturali, dunque, una personalità non estranea all'amministrazione. Dal 1983 al 1991 è stata infatti funzionario direttivo nella Soprintendenza per i beni artistici e storici di Roma e del Lazio dove è stata responsabile delle collezioni del Palazzo del Quirinale, oltre che funzionario direttivo nella Soprintendenza per i beni artistici e storici di Parma e Piacenza. Esperta di Bernini, Caravaggio, Parmigianino e, in generale, della pittura emiliana e romana del Cinquecento. Nel 2013 le è stata conferita la Légion d'Honneur dal Presidente della Repubblica Francese.

Per il Museo di Capodimonte di Napoli Sylvain Bellenger, storico dell’arte francese, e per la Reggia di Caserta Mauro Felicori, manager culturale bolognese. Bellenger ha un curriculum brillante: è specializzato in storia dell'arte alla École du Louvree alla Sorbonne, dove ha conseguito anche il dottorato di ricerca. Dal 2012 è capo dipartimento di pittura e scultura europee medioevali e moderne all'Art Institute di Chicago. Dal 2005 al 2010 è stato curatore capo all'Institut National d'Histoire de l'Art di Parigi. Ma Felicori non è da meno: dal 2011 è direttore del Dipartimento di economia e promozione della Città del Comune di Bologna, dove è dirigente dal 1986 e, in precedenza, ha diretto l'Area Cultura, l'Istituzione Musei Civici, l'Istituzione Biblioteche civiche e il Settore Cultura e Rapporti con l'Università.

Museologia all’Accademia di Brera di Milano: l’inglese James Bradburne. Una formazione da architetto a Londra e la formazione in museologia ad Amsterdam e Los Angeles. Dal 2006 al 2015 è stato il direttore della Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze. Dal 2003 al 2006 ha diretto la Next generation Foundation nel Regno Unito. Dal 1999 al 2002 ha diretto il Museum für Angewandte Kunstdi a Francoforte. Dal 1994 al 1998 è stato responsabile per il design, la formazione e la programmazione al New Metropolis Science and Technology Centre di Amsterdam.

I commenti e le polemiche

Il presidente del FAI Andrea Carandini ha definito le scelte del Mibact "una vera scossa ad una mentalità vecchia. Noi come turismo siamo dietro addirittura alla Norvegia, che ha soltanto i fiordi. Il fatto di aver dato importanza alla valorizzazione oltre alla cultura è il merito di Franceschini. Il mondo è cambiato! Ottime le scelte di donne e di stranieri. Abbiamo persone specializzate che si dedicano benissimo alla valorizzazione. Ma ora dobbiamo puntare sulla diffusione della cultura e del turismo oltre che alla semplice tutela".

Bocciate invece senza appello da Vittorio Sgarbi, che anziché di svolta, parla di "grave errore". Secondo il critico d'arte per scegliere i direttori davvero meritevoli e bravi sarebbe bastato leggere i curricula, tenendo presenti anche fattori come l'anzianità di servizio. Criticata dunque la procedura che ha visto colloqui e valutazioni da parte di una commissione scelta dal Mibact: secondo Sgarbi è tutta una questione di immagine.

Si è voluto aprire agli stranieri e guarda caso sette direttori su 20 sono stranieri, come pure è sospetto che 10 siano uomini e 10 donne. Ma nomine di questo tipo e di questa importanza un ministro dei Beni culturali le fa in prima persona, assumendosene la responsabilità, non le affida a quattro commissari e al presidente della Biennale di Venezia.

La nomina all’Accademia di Venezia di Paola Marini "è ottima", bene la conferma di Anna Coliva alla Galleria Borghese di Roma. Ma allora, perché non riconfermare anche Natali agli Uffizi? Questa la perplessità avanzata: Sgarbi ha tenuto a precisare che non intende affatto mettere in discussione le competenze dei prescelti, ma non è detto, ha continuato, che gli stranieri abbiano più competenze di noi. Una profonda umiliazione per i funzionari delle sovrintendenze, secondo il critico, che dovrebbero ribellarsi ad un metodo profondamente ingiusto e sbagliato.

Cristina Acidini, per anni responsabile della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Firenze ha interpretato le nomine come perfettamente coerenti alla filosofia della riforma. Colleghi, di cui non si può avere che la massima stima. Una cosa ha però lasciato perplessa la Acidini: il commento del ministro Franceschini quando ha parlato di recupero di un ritardo di decenni nel sistema museale italiano.

Io ho diretto 27 musei nella mia carriera e non penso che ci fosse questo ritardo di cui dice il ministro. Credo che con queste nomine, gli storici dell’arte che lavorano nei musei statali, professionisti di prestigio internazionale, siano stati molto sottostimati.

Molto deluso anche Antonio Natali, direttore uscente degli Uffizi, che aveva partecipato alla selezione: "un Paese che dice di voler cambiare non poteva permettersi di dire che restava il vecchio direttore. Amarezza? L’ho avuta quando ho capito quale era il copione. Da parte mia ho continuato però a lavorare come sempre, come se avessi dovuto restare agli Uffizi fino all'anno prossimo".

Tutti i nomi

Alla Galleria Borghese (Roma) Anna Coliva, storica dell’arte nata a Bologna. Alle Gallerie degli Uffizi (Firenze) Eike Schmidt, storico dell’arte. Tedesco, nato a Friburgo. Alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma Cristiana Collu, storica dell’arte. Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Paola Marini, storica dell’arte, nata a Verona. Al Museo di Capodimonte (Napoli) Sylvain. Alla Pinacoteca di Brera (Milano) James Bradburne, museologo e manager culturale, nato in Canada, ma di cittadinanza britannica. Alla Reggia di Caserta Mauro Felicori, manager culturale. Per la Galleria dell’Accademia di Firenze Cecilie Hollberg, storica e manager culturale, tedesca, nata a Soltau, nella Bassa Sassonia. Alla Galleria Estense (Modena) Martina Bagnoli, storica dell’arte e alle Gallerie nazionali di arte antica (Roma) Flaminia Gennari Santori, anch’essa storica dell’arte. Alla Galleria nazionale delle Marche (Urbino) Peter Aufreiter, storico dell’arte austriaco, nato a Linz. Alla Galleria nazionale dell’Umbria (Perugia) Marco Pierini , storico dell’arte e filosofo. Al Museo nazionale del Bargello (Firenze) Paola D’Agostino, storica dell’arte nata a Napoli. Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli Paolo Giulierini, archeologo. Per il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria Carmelo Malacrino, archeologo e architetto. Al Museo Archeologico nazionale di Taranto Eva Degl’Innocenti, archeologa. Al Parco archeologico di Paestum Gabriel Zuchtriegel, archeologo tedesco. Al Palazzo ducale di Mantova Peter Assmann, storico dell’arte austriaco. Al palazzo reale di Genova Serena Bertolucci, storica dell’arte nata a Camogli. Infine al Polo Reale di Torino Enrica Pagella, storica dell’arte.

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