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Moody’s boccia anche enti locali e banche: colpite Poste e Unicredit, ma anche Napoli e Milano

Il declassamento della scorsa settimana innesca una sorta di effetto domino al quale non sfugge quasi nessuno: downgrade per 23 enti locali e 10 banche. I tagli sono legati al fatto che “il governo potrebbe non essere in grado di dare supporto agli istituti in difficoltà”.
A cura di Biagio Chiariello
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Moody's boccia anche enti locali e banche: colpite Poste e Unicredit, ma anche Napoli e Milano

Quasi un atto dovuto. Il nuovo downgrade operato da Moody's nei confronti di svariati enti locali e banche italiane, rappresenta una naturale chiusura del ciclo cominciato nel weekend con il declassamento dei titoli di stato dell'Italia (da A3 a Baa2). Al momento sono davvero in pochi a salvarsi. L'agenzia di rating ha infatti tagliato la propria valutazione su 23 enti locali (fra i quali le province autonome di Bolzano e Trento, la Lombardia, il Lazio e le città di Milano e Napoli), su Poste Italiane, Eni, Terna, Acea, tre istituzioni finanziarie e 10 banche, fra le quali Unicredit e Intesa Sanpaolo. A salvarsi sono davvero in pochi (fra gli altri Enel, A2A E Aeroporti di Roma). Il tutto, all'indomani dell'allarme lanciato dal Fmi che conferma la contrazione del PIL per il 2012, dell'1,9&, e per il 2013 dello 0,3%. Per non parlare dello spread che rasenta quota 500.

Moody's motiva i tagli indiscriminati contro il nostro Paese, adducendo che «il governo potrebbe non essere in grado di fornire supporto finanziario alle banche in difficoltà» e aggiunge che una rivalutazione in positivo delle banche è «improbabile nel breve periodo. Comunque pressioni al rialzo sul rating potrebbero svilupparsi se le banche miglioreranno in modo sostanziale il loro profilo di credito e la loro resistenza». A pesare in negativo, al contrario, potrebbe essere altri fattori, come una prolungata recessione e un ulteriore declassamento dell'Italia, operato da una delle altre due "sorelle" del rating (S&P e Fitch).

Per gli enti locali, le prospettive «restano negative – si legge nella nota -in linea con quelle» dell’Italia per tutti e 23. Nello specifico, la sforbiciata ha riguardato il rating della provincia di Bolzano, che passa da A3 da A1, così come quello della provincia di Trento. Il rating della Lombardia è stato ridotto a Baa1 da A2, con Milano declassata a Baa2 da A3. Il rating del Lazio è stato tagliato a Baa3 da Baa2. Napoli è stata tagliata a Ba1. Vanno giù anche le Regioni Sicilia, Piemonte, Veneto, Puglia, Calabria, Campania, Liguria, Umbria, Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata e quattro città capoluogo di Provincia (oltre a Milano e Napoli, pure Venezia e Siena).

Downgrade anche per 10 banche, il cui rating scende «di uno o due livelli». Tra queste spiccano sicuramente Unicredit (che passa da a Baa2 da A3, con prospettive negative) e Intesa Sanpaolo (declassata a Baa2 da A3 e lo stesso dicasi per le sue controllate, Bnl, Cariparma, Friuladria). Il rating di Banca Monte Parma è stato ridotto a Baa2 da Baa1, così come quello di cassa di Risparmio di Parma e Piacenza. Moody's ha tagliato anche il rating di Terna e Acea. E non scappano neanche Poste Italiane, che passano a Baa2 da A3 con prospettive negative. Il downgrade riflette «l'esposizione di Poste Italiane alla difficile situazione macroeconomica in Italia e l'ampio portafoglio di titoli di stato». Infine, il rating di Snam viene messo sotto osservazione per un eventuale declassamento successivo, così come quello di Finmeccanica.

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