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Monti: “L’art.18 allontana gli investimenti, il modello è la Danimarca”

Il Premier torna a parlare di posto fisso e lavoro ricordando ai giovani che il cambiamento è da guardare positivamente e che alcune tutele come l’articolo 18 frenano gli investimenti con conseguenze negative sull’occupazione giovanile.
A cura di Antonio Palma
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Il Premier torna a parlare di posto fisso e lavoro ricordando ai giovani che il cambiamento è da guardare positivamente e che alcune tutele come l'articolo 18 frenano gli investimenti con conseguenze negative sull'occupazione giovanile.

Il Presidente del Consiglio oggi è tornato a parlare di lavoro ma anche di economia e situazione politica italiana. Nel corso di una video chat di Repubblica, infatti, Monti ha risposto alle domande dei lettori che in molti casi, come ci si aspettava, hanno riguardato la frase sul posto fisso pronunciata ieri dal Premier. Monti ha colto l'occasione per ribadire le sue idee, chiarendo al contempo che il suo era solo un invito rivolto ai giovani ad "abituarsi a cambiare spesso luogo o tipo di lavoro e Paese" perché "il cambiamento è da guardare positivamente e non negativamente" in un'economia globalizzata come quella attuale dove muoversi diventerà sempre più la norma.

MENO TUTELE A CHI NE HA TROPPE – Il lavoro ovviamente è stato uno dei temi centrali del dibattito con i lettori, anche in vista della riforma in cantiere da parte del Governo, il Premier ha ricordato che l'obiettivo dell'Esecutivo è quello di "creare lavoro per i giovani" anche attraverso riforme che prevedano "meno tutele a chi oggi ne ha troppe", dandone di più invece a chi è "in forme estreme di precariato o è fuori dal mercato del lavoro". Monti ha anche risposto ad una delle accuse che più di ogni altra si è fatta largo nel dibattito sul posto fisso, il problema dei mutui per i precari, su cui il Premier ha invitato le Banche a crescere e a giudicare più le potenzialità di un'azienda e di un cittadino che non il posto fisso e la continuità lavorativa. Insomma un sistema bancario in evoluzione è quello in cui spera Monti che ricorda come "più un sistema bancario si modernizza, più è capace di valutare".

IL MODELLO IDEALE DEL LAVORO E' QUELLO SCANDINAVO – Anche sull'art.18 Monti è stato chiaro, anche se non è detto che verrà toccato subito, il Premier ha ribadito la posizione del Governo che lo ritiene un ostacolo agli "investimenti di capitali stranieri ma anche italiani". Insomma se ne ritornerà a parlare presto nell'ambito della modifica degli ammortizzatori sociali su cui il Premier conferma che l'obiettivo a cui avvicinarsi è quello dell'Europa del Nord. Soprattutto la Danimarca è presa ad esempio da Monti come sistema che garantisca il lavoratore ma non il posto e dia la possibilità di "riaddestramento professionale". Sulla condizione del Paese Monti da molte responsabilità alla politica che fino ad oggi "ha avuto troppo cuore, e ha profuso troppo buonismo sociale, accumulando anno dopo anno disavanzo e debito pubblico". Le decisioni vanno prese al di là dei singoli casi perché, secondo Monti, non decidere significa gravare sulle future generazioni. Il Premier di una cosa sembra sicuro, il suo Governo ha portato distensione nell'ambiente Parlamentare e quindi dopo di lui sicuramente il clima politico "sarà più civile, disteso e pacato".

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