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Montereale, terremotato dorme in roulotte e ha un infarto: Bruno muore a 53 anni

Bruno Anzuini, dipendente del Comune in provincia dell’Aquila, è morto mentre si trovava in una roulotte con la sua famiglia dopo aver abbandonato la sua casa a causa del sisma del 18 gennaio. In quel momento il termometro registrava meno 17 gradi. Il sindaco Giorgio: “Era malato ma lo stress e il freddo di questi giorni hanno fatto il resto”.
A cura di Ida Artiaco
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Montereale messa in ginocchio da neve e terremoto (LaPresse).
Montereale messa in ginocchio da neve e terremoto (LaPresse).

È stato stroncato da un infarto Bruno Anzuini, 53 anni e dipendente del Comune di Montereale, in provincia dell'Aquila, tra i centri maggiormente colpiti dal terremoto verificatosi in Centro Italia lo scorso 18 gennaio. Da quel giorno aveva deciso di dormire insieme alla sua famiglia, la moglie, la figlia di 12 anni e la suocera, in una roulotte parcheggiata in uno spazio davanti alla sua abitazione nella frazione di Ville di Fano, probabilmente per paura che la terra tornasse a tremare. Ma il freddo degli ultimi giorni, con le temperature scese fino a meno 17 gradi centigradi, gli è stato fatale.

Anche se la vettura era sommariamente riscaldata, intorno all'una di venerdì notte l'uomo ha accusato un malore. La moglie ha allertato la guardia medica, un'ambulanza è partita dall'ospedale dell'Aquila per trasportarlo d'urgenza al pronto soccorso. Ai sanitari del 118 le sue condizioni sono apparse subito critiche e per lui non c'è stato nulla da fare. Arrivato al San Salvatore i medici non hanno potuto far altro che confermarne il decesso per infarto. "Per noi – ha dichiarato il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi -, la morte di Bruno è una tragedia. A me provoca una grande rabbia, perché è una vittima del terremoto. Sì, era malato, ma lo stress di questi giorni, il fatto di dormire nella roulotte, il freddo polare, non posso evitare di pensare che sia stato questo ad ucciderlo".

Intanto, la situazione in paese è sempre più difficile. Il centro è completamente abbandonato e nessuno, per paura di nuove scosse dorme più in casa. "È un destino al quale dobbiamo ribellarci – ha continuato il primo cittadino – perché non possiamo accettare che, passata l'emergenza dei primissimi giorni, il paese venga lasciato morire".

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