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Mondo arabo in rivolta: sei morti in Oman

L’onda di proteste che ha travolto il mondo arabo ha raggiunto anche l’Oman. Violenti scontri tra la polizia ed i manifestanti che chiedono riforme politiche. I morti sarebbero almeno 6.
A cura di Cristian Basile
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proteste Oman

Un altro paese si aggiunge alla lunga lista dei paesi travolti dal vento di cambiamento e libertà che dopo Tunisia, Egitto, Libia, Bahrein è arrivato inesorabile anche in Oman, sultanato di tre milioni di abitanti nella parte sudorientale della penisola arabica. Migliaia di manifestanti che chiedevano riforme politiche, hanno bloccato oggi nella città costiera di Sohar la strada che collega al porto principale d'esportazione e raffinazione del paese scontrandosi violentemente con la polizia (un medico ha dichiarato che negli scontri tra polizia e manifestanti sarebbero morte almeno 6 persone).

"Vogliamo che i benefici della nostra ricchezza petrolifera siano distribuiti equamente tra la popolazione" gridano i manifestanti, "vogliamo vedere meno immigranti in Oman affinchè ci sia più lavoro per gli omaniti". Le proteste di Sohar, 4oo chilometri dalla capitale Mascate e principale centro industriale del paese, è stato un insolito focolaio di proteste in un sultanato normalmente tranquillo e amministrato da 40 anni dal sultano Qaboos bin Said.

Per calmare le tensioni, il Governo dell'Oman ha promesso ieri di creare nuovi posti di lavori e di introdurre delle agevolazioni per i disoccupati. Ma non è bastato: i manifestanti hanno prima saccheggiato e incendiato un grande supermercato della città, poi hanno fatto irruzione in una stazione di polizia cercando di liberare i detenuti. Oltre alle proteste nella zona industriale, ci sono stati altri scontri nel centro della città con i manifestanti inferociti dopo che la polizia ieri ha aperto il fuoco contro degli attivisti che lanciavano pietre esigendo riforme politiche, lavoro e salari migliori.

Un grande graffito su una statua recita "Il popolo ha fame"; "non c'è lavoro, non c'è libertà di espressione. La gente è stanca, vuole i soldi e vuole soprattutto la fine della corruzione" ripetono i manifestanti. Il traffico marino e le esportazione di greggio dal porto di Sohar, che invia 160.000 barili di petrolio al giorno, sono continuate nonostante il flusso dei camion verso il porto fosse stato interrotto.

Mentre in Libia la rivolta popolare contro Mu'ammar Gheddafi sembra arrivata ad un punto cruciale, l'Oman sta muovendo i primi passi verso quello che molto spesso è un cammino irto di ostacoli, violenza, sangue: il cammino verso la libertà e la democrazia.

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