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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

Voghera, gli avvocati dell’uomo ucciso da Adriatici: “Lo teneva d’occhio, sapeva di poter uccidere”

“Non poteva non sapere che sparando con quei proiettili avrebbe potuto uccidere”: a dirlo a Fanpage.it sono gli avvocati difensori dei famigliari di Youns, il 39enne ucciso a Voghera (Pavia) dall’ex assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici. L’uomo si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa, ma la sua posizione adesso potrebbe aggravarsi. Una perizia, condotta da un perito consultato proprio dagli avvocati difensori della vittima, ha dimostrato che i proiettili utilizzati da Adriatici sarebbero persino vietati in guerra.
A cura di Ilaria Quattrone
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Massimo Adriatici
Massimo Adriatici

"Non poteva non sapere che quei proiettili erano pericolosi": a dirlo a Fanpage.it è Debora Piazza, legale insieme a Marco Romagnoli della famiglia di Youns El Boussettanoui che lo scorso 21 luglio è stato ucciso dall'ex assessore alla Sicurezza di Voghera (Pavia) Massimo Adriatici dopo una colluttazione in piazza Meardi. I due avvocati, in una memoria presentata al giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Lapi, hanno infatti depositato una perizia, condotta dall'esperto Luca Soldati, che dimostra come i proiettili – sia quello estratto nel corpo della vittima che quelli rimasti nel caricatore – fossero di tipo espansivo, conosciuti come hollow point o dum dum.

Cosa sono i proiettili hollow point

Dotati di un foro sulla punta che provoca maggiori ferite al momento dell'impatto con un corpo, sono proibiti dal 1992 in Italia, dal 2008 equiparati a proiettili di guerra dalla Corte di Cassazione e vietati persino in campo militare proprio perché il loro uso aumenta la probabilità di uccidere rispetto a quelli normali: "La Procura – spiega quindi Piazza a Fanpage.it – dovrebbe cambiare posizione. Dopo questa perizia infatti non si può più parlare di eccesso colposo di legittima difesa". Al momento l'assessore, dopo l'udienza di convalida, si trova agli arresti domiciliari. La sua posizione adesso potrebbe aggravarsi. Per la difesa infatti l'uso di quei proiettili dimostra una volontà a uccidere: "Quest'uomo ha seguito il mio assistito con munizioni vietate e un colpo in canna – continua l'avvocato -. Quei proiettili servono esclusivamente per uccidere. Sono vietati. E lui non poteva non sapere".

Adriatici pedinava Youns con un'altra persona

Adriatici è un avvocato penalista, ex poliziotto ed ex assessore alla Sicurezza: è per questo motivo non poteva non sapere cosa ci fosse all'interno della sua Beretta. "Lui sapeva che se avesse sparato un colpo avrebbe ucciso. Soprattutto a una distanza così ravvicinata". Per la difesa questo è un ulteriore elemento che conferma l'ipotesi che Adriatici stesse seguendo da tempo Youns: "Pare che lo stesse pedinando con un'altra persona. Insomma, lo teneva d'occhio. È stato Youns a difendersi: Adriatici gli ha fatto vedere la pistola con i proiettili in canna e gli ha tirato un pugno per difendersi".

Gli avvocati dell'ex assessore ritirano la richiesta di revoca dei domiciliari

Intanto l'avvocato Piazza conferma che i difensori di Adriatici hanno ritirato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari: "Alle 17.47 di sabato ci arriva questa istanza. Noi abbiamo inviato una risposta molto corposa dove era contenuta anche la perizia balistica. Subito dopo c'è arrivata una notifica di ritiro della richiesta. In quindici anni di professione, non mi è mai successo". Lunedì ci sarà un sopralluogo dove è avvenuto il delitto con i Ris di Parma, di cui si attende l'esito degli esami sulla pistola: questo servirà a capire ulteriormente la dinamica dell'uccisione.

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