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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

Sparatoria Voghera, l’assessore Adriatici resta ai domiciliari: “Può sparare ancora”

Resta ai domiciliari l’assessore alla Sicurezza del comune di Voghera Massimo Adriatici, accusato di aver sparato e ucciso Youns El Boussettaoui. Il gip ha quindi accolto le richieste del pubblico ministero che chiedeva la conferma dell’arresto per il pericolo di inquinamento prove e per la reiterazione del reato.
A cura di Filippo M. Capra
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Massimo Adriatici resta agli arresti domiciliari. Questa la decisione del giudice per le indagini preliminari dopo l'interrogatorio di garanzia all'indagato della durata di circa tre ore. Il gip ha accolto la richiesta del pubblico ministero, comunicando il pericolo che Adriatici possa reiterare il reato di cui è accusato. Stando a quanto riportato dall'agenzia Ansa, l'assessore non si trova più nella sua abitazione: sarebbe stato portato in un luogo segreto, come richiesto dai suoi avvocati difensori, dopo che su alcuni social sono apparse le immagini della sua abitazione.

Adriatici interrogato per tre ore dal gip

Nell'interrogatorio effettuato alla presenza del gip, Massimo Adriatici avrebbe sostanzialmente confermato la sua versione, ricordando di essere stato aggredito da Youns El Boussettaoui mentre era al telefono con le forze dell'ordine, come si evince da un video pubblicato in queste ore. In merito al colpo di pistola che si è rivelato fatale per il 39enne di origini marocchine, l'assessore di Voghera avrebbe poi sottolineato ancora una volta che questo sarebbe partito per errore. Dopo l'interrogatorio nessuno ha rilasciato dichiarazioni ufficiali: i legali e l'assessore hanno lasciato il tribunale senza fermarsi a parlare con i tanti cronisti presenti.

La sorella di Youns: Pensano di aver ucciso un cane

Protesta intanto la sorella di Youns che ai giornalisti presenti, tra cui quelli di Fanpage.it, ha dichiarato: "Loro credono di aver ammazzato un cane ma si sbagliano, hanno ammazzato Youns El Bossettaoui, con una famiglia che è da generazioni qui in Italia, tutti gli zii sono cittadini italiani". Secondo la denuncia della donna, le forze dell'ordine "non ci hanno fatto le condoglianze, non ci hanno chiamato". Infine, ha aggiunto che suo fratello "aiutava tutti, amava i bambini, chiedete in giro a cittadini marocchini e italiani, se trovava venti euro per terra si metteva la mano in tasca e te li dava, e lui rimaneva senza niente".

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