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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

Voghera, il gip: “L’assessore a passeggio con la pistola carica, gravi rischi per la collettività”

Emergono le motivazioni che hanno spinto la giudice per le indagini preliminari di Pavia a confermare i domiciliari per Massimo Adriatici, assessore alla Sicurezza di Voghera accusato di eccesso colposo di legittima difesa per la morte del 39enne Youns El Bossettaoui. “Per sua stessa ammissione, ha dichiarato di non essere in grado” di gestire la situazione “senza gravissimi rischi per la collettività”, ha detto la gip, riferendo anche dell’abitudine di Adriatici di “passeggiare con in tasca o nella fondina una pistola con il colpo in canna e priva di sicura”.
A cura di Francesco Loiacono
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"Gravissimi rischi per la collettività" sarebbero quelli derivanti dalla condotta dell'assessore (autosospesosi) alla Sicurezza di Voghera, Massimo Adriatici, ai domiciliari con l'accusa di eccesso colposo di legittima difesa per la morte del 39enne Youns El Bossettaoui. Lo scrive la giudice per le indagini preliminari di Pavia Maria Cristina Lapi, che ieri ha deciso di confermare la misura cautelare per l'esponente leghista. Secondo la giudice serve una "misura che limiti provvisoriamente ma fortemente la libertà di circolazione" di un soggetto che, "per sua stessa ammissione, ha dichiarato di non essere in grado" di gestire la situazione "senza gravissimi rischi per la collettività".

Le versioni contrastanti sulla morte di Youns El Bossettaoui

La "situazione" in questione è la tragedia nella quale El Bossettaoui, 39enne papà di due bambini con diversi precedenti per atteggiamenti molesti e un evidente disagio psichico, ha trovato la morte. Martedì sera l'uomo, dopo aver a quanto pare infastidito alcuni clienti del bar Ligure in piazza Meardi, si è avvicinato all'assessore Adriatici e lo ha colpito con un pugno. Fin qui, la dinamica dell'accaduto è stata ripresa da una telecamera di sicurezza: ciò che è accaduto dopo tuttavia non è ancora chiaro. Adriatici sostiene che, nella caduta, gli sia partito un colpo dalla pistola – carica, secondo sua abitudine – che aveva estratto già in precedenza: "Se avessi voluto sparare volontariamente, avrei esploso più colpi", ha detto Adriatici durante il primo interrogatorio, secondo quanto riporta il "Corriere della sera". Ma un testimone sostiene invece che l'assessore abbia preso la mira e sparato a Youns, ormai fermo.

Per il gip c'è "grave sproporzione tra azione e aggressione subita"

Saranno le indagini a cercare di fare luce sull'esatta dinamica di quanto accaduto. Ma in ogni caso secondo la gip emerge "la grave sproporzione tra azione e aggressione subita", che va valutata "considerando le qualità professionali di Adriatici". Dall'assessore, avvocato penalista ed ex poliziotto, per questo motivo in possesso di un porto d'armi, ci si aspettava in sostanza "un'aspettativa comportamentale proporzionalmente inversa rispetto alla condotta tenuta". Ed è questo che comporta un "giudizio negativo di personalità e di rimproverabilità specifica nel governo di situazioni di pericolo, neppure eccezionale, che non può non condurre a un'attenuazione radicale della fiducia che la collettività deve poter riporre nel comportamento di ciascun consociato quindi anche del prevenuto, nell'ottica della dovuta salvaguardia di beni giuridici superiori". Nelle valutazioni sulla decisione di confermare i domiciliari ad Adriatici, rientra, secondo la gip, anche un'altra circostanza inquietante: "L'abitudine, riferita dallo stesso Adriatici, di passeggiare con in tasca o nella fondina una pistola con il colpo in canna e priva di sicura che evidenzia certamente una consuetudine comportamentale che è alla base della condotta oggi (ieri, ndr) oggetto di valutazione". Paradossalmente, è stata però questa "abitudine" dell'assessore sceriffo a salvarlo da un'accusa più grave: scrive infatti la gip che se Adriatici avesse rimosso la sicura "all'atto dello sparo, il titolo muterebbe indubbiamente da colposo a doloso".

La sindaca parla dopo giorni di silenzio e non prende le distanze

Che Adriatici girasse armato pare fosse un fatto risaputo a Voghera, segnalato più volte alla sindaca di centrodestra Paola Garlaschelli. Che ieri però, dopo un lungo silenzio sulla vicenda (interrotto solo da una brevissima nota di circostanza), non ha minimamente preso le distanze dal suo assessore, descritto come una "persona stimata e rispettata in città, di cui abbiamo apprezzato il lavoro di questi mesi", che secondo la sindaca sarebbe stato "travolto da un fatto tragico". "Non sta a noi giudicarne le responsabilità o le colpe", ha detto la prima cittadina.

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