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Villetta esplosa a Fino Mornasco: chiesto processo per i genitori del 21enne morto nello scoppio

La Procura di Como è pronta a chiedere il rinvio a giudizio per i genitori del ragazzo di 21 anni morto nello scoppio della villetta della famiglia a Fino Mornasco, in provincia di Como, lo scorso 11 maggio. A provocare la deflagrazione era stato proprio il ragazzo, appassionato di esplosivi e con problemi psichici.
A cura di Simone Gorla
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Rischiano il processo i genitori di Alessandro Fino, il 21enne che nel mese di maggio è morto nell'esplosione della villetta di Fino Mornasco, in provincia di Como, dove la famiglia viveva. A fare saltare in aria la casa era stato proprio il ragazzo, appassionato di esplosivi e con problemi psichici, mentre stava maneggiando materiale pericoloso in un laboratorio chimico artigianale allestito in cantina.

Villetta esplosa, rischiano il processo i genitori del 21enne appassionati di esplosivi

Pochi minuti dopo le 6 di mattina di lunedì 11 maggio, gli abitanti della frazione di Andrate di Fino Mornasco erano stati svegliati dalla forte deflagrazione e avevano visto una colonna di fumo nero alzarsi dalla casa sventrata. L'abitazione aveva subito danni ingenti e l'esplosione aveva proiettato calcinacci, mobili e oggetti a decine di metri di distanza, aprendo una voragine nella facciata. Anche le case adiacenti avevano subito danni. Al momento della tragedia la madre non era presente perché era già uscita per andare al lavoro, mentre il padre ha riportato lievi lesioni.

In casa era stati trovati ordigni artigianali

In un primo momento i soccorritori, i vigili del fuoco e gli uomini delle forze dell'ordine giunti sul posto avevano pensato a una fuga di gas. Poi erano stati trovati tre ordigni artigianali, ancora inesplosi, nel giardino della villetta.  Dopo tre mesi di indagini la Procura della Repubblica di Como è pronta a chiedere il processo per i genitori: Andrea Fino, originario di Milano, 57 anni, e Loredana Bionda, comasca, 51 anni sono indagati per avere provocato, in concorso con il figlio, il crollo della loro abitazione e di avere custodito esplosivi e sostanze chimiche pericolose.

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