44 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Uccise la madre, ora una perizia dice che rischia il suicidio

Lo scorso 22 settembre Angelo Paganini uccise la madre 88enne, Maria Facchinetti, e tentò di togliersi la vita. Secondo la perizia psichiatrica chiesta dalla Procura, potrebbe provare ancora a suicidarsi.
A cura di Enrico Spaccini
44 CONDIVISIONI
Foto di repertorio
Foto di repertorio

Tra due settimane Angelo Paganini comparirà davanti alla Corte d'Assise presieduta dal giudice Rossella Ferrazzi. Il 60enne al momento si trova nel reparto di psichiatria del carcere San Vittore di Milano, tenuto sotto stretta sorveglianza. Lo scorso 22 settembre aveva soffocato a morte sua madre, l'88enne Maria Facchinetti da tempo malata di Alzheimer e costretta a letto. Dopo averla uccisa, aveva provato a togliersi la vita nel giardino di casa, una villetta in via Marconi a Marnate (in provincia di Varese), ma venne ritrovato disteso a terra dal figlio e dal fratello. Ora secondo la consulenza chiesta dalla Procura dopo l'arresto, Paganini potrebbe ritentare il suicidio da un momento all'altro.

Il rapporto con la madre 88enne

Facchinetti viveva in quella villetta insieme ai figli Angelo e Marcello e al genero vedovo dal 2014, quando la terza figlia, Orsola Paganini, venne ritrovata annegata nel lago Ceresio. In quei giorni di settembre, però, Angelo si era ritrovato solo con la madre, visto che suo fratello era andato in Sardegna e il suo rientro era stato programmato proprio per il 22.

A prendere Marcello all'aeroporto di Malpensa era andato Emanuele, figlio di Angelo. Quando i due tornarono in via Marconi, trovarono Angelo disteso a terra nel giardino. Già qualche mese prima il 60enne aveva cercato di ammazzarsi, senza coinvolgere la madre, ma pensavano di aver superato quelle difficoltà.

Come ha spiegato lui stesso davanti al gip del Tribunale di Busto Arsizio, Paganini era depresso e sommerso dai debiti di gioco. Era molto legato a sua madre, era lui, infatti, che se ne prendeva cura 24 ore su 24. Non l'avrebbe abbandonata e non avrebbe lasciato quella responsabilità al figlio.

L'omicidio e il suicidio tentato

Per questo motivo, la mattina del 22 settembre scrisse un biglietto d'addio alla famiglia. Andò da sua madre e la strinse "in un abbraccio mortale". "Volevo portarla con me", aveva spiegato. Poi la ricompose sul letto incrociandole le mani sul petto con un rosario tra le dita.

La morte era diventata per lui l'unico modo per liberarsi di tutti quei problemi che si portava dietro. Perciò prese un cavo elettrico e con il nastro isolante lo fissò a uno degli alberi del giardino tentando di impiccarsi. Il ramo cedette poco prima dell'asfissia completa, facendolo cadere. E secondo quanto emerso dalla consulenza, potrebbe tentare ancora un gesto simile.

44 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views