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Nuovo stadio di San Siro

Sala deve rispettare l’Inter, ma l’Inter deve rispettare Milano

Il botta e risposta tra il Comune e l’Inter per il nuovo stadio di San Siro continua in uno scontro a distanza che si arricchisce ogni giorno di nuovi capitoli. L’ultimo, scritto dalla società di viale della Liberazione, risponde ad un fuoco nemico immaginario ponendo al centro del suo mirino il sindaco Beppe Sala che difende la città che amministra. E verso cui l’Inter dovrebbe mostrare il rispetto che pretende dal primo cittadino.
A cura di Filippo M. Capra
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Foto: LaPresse e Facebook
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Forse non ve ne siete accorti, ma tra l'Inter e il Comune di Milano è in corso una guerra. Da una parte c'è il club nerazzurro, partito all'offensiva nelle ultime ore, dall'altra Palazzo Marino che, al contrario da quanto possano pensare i vertici della società calcistica, non ha intenti bellici, mentre al fuoco di viale della Liberazione può certamente rispondere la città, che rischia di rimanere parte lesa nei prossimi anni. L'oggetto del contendere è il nuovo stadio di San Siro che dovrebbe sorgere dalle ceneri del Meazza, i cui lavori sono stati rallentati sia dalla grave situazione pandemica mondiale che da certezze venute a mancare anche come conseguenza della medesima crisi sanitaria. Il casus belli, invece, le parole del sindaco di Milano Beppe Sala che ha chiesto all'Inter di chiarire l'identità della sua proprietà futura perché altrimenti verrebbero meno le garanzie minime per assegnare un bando per l'urbanizzazione pubblica da miliardi di euro ad un ente privato.

Da tempo, ormai, Suning sta cercando di cedere la società perché bloccata dal governo cinese e perché – appunto – la pandemia ha imposto sacrifici a tutti. Ciò significa che, non appena trovato un venditore, gli Zhang saluteranno per favorire il subentro dei nuovi proprietari. Al contrario, resterà Suning ma con finanze presumibilmente ridotte all'osso. Non che ora siano floride, considerato che hanno posticipato numerosi pagamenti (dagli stipendi alle rate dei giocatori da versare ad altri club). L'incertezza è l'unico elemento certo di questa situazione. Ebbene, dopo le dichiarazioni del primo cittadino, la società nerazzurra ha rilasciato un comunicato stampa che appare sconclusionato.

"Fc Internazionale Milano ha una storia gloriosa ultracentenaria. Esisteva prima del Sindaco Sala e continuerà ad esistere anche al termine del suo mandato. Troviamo le dichiarazioni del Sindaco di Milano offensive nei confronti della Proprietà, irrispettose verso la storia e la realtà del Club e i suoi milioni di tifosi a Milano e in tutto il mondo nonché irrilevanti rispetto all’attuale iter amministrativo del progetto Un Nuovo Stadio per Milano. Se dovesse essere confermato che l’Inter e la Proprietà non sono gradite all’attuale amministrazione, sapremo prendere le decisioni conseguenti".

Premesso che non è stato discusso il blasone del Biscione, troviamo alquanto imbarazzante la sottolineatura riguardante l'esistenza del club pre e post mandato di Sala. Perché, se è per questo, Milano esisteva prima dell'Inter e continuerà ad esistere anche all'eventuale termine della sua gloriosa storia. È la città con la sua comunità che viene prima di tutto. Ed è questo che il sindaco Sala, certamente non esente da colpe nei rallentamenti delle trattative per lo stadio, in questo momento sta proteggendo. La comunità. L'Inter (di cui è tifoso chi scrive) non è governata da dei criminali, né lo sono chi cerca di difenderla. È tuttavia ovvio e giusto che un Comune così importante chieda garanzie minime sulla proprietà che si impegnerà in lavori urbanistici di tale portata. Se poi i tifosi interisti, molti dei quali (non tutti) anche elettori alle prossime Comunali, dovessero optare di non dar la loro fiducia al sindaco uscente, che lo facessero tenendo a cuore le sorti della città che vivono. Che non sempre combaciano con quelle della squadra per cui tifano.

Perché, però, dicevamo che l'Inter pensa di dover rispondere al fuoco nemico in una guerra non in corso? Perché al termine del proprio comunicato stampa fa leva su ipotesi nemmeno mai trapelate in dichiarazioni o intenzioni, cercando di ribaltare l'asse del potere e ritagliarsi un ruolo di favore in una situazione che li vede in un angolo? Perché, in sostanza, l'Inter scrive che "Se dovesse essere confermato che l’Inter e la Proprietà non sono gradite all’attuale amministrazione, sapremo prendere le decisioni conseguenti", in una frase che suona tanto di minaccia? Di quale presunto mancato gradimento stanno parlando? Il Comune di Sesto San Giovanni è da oltre un decennio che li invita a considerare la possibilità di trasferirsi nell'area ex Falck: le decisioni conseguenti possono portare a questa strada. Certo, lasciare lo stadio più bello del mondo ai cugini del Milan per trasferirsi fuori città, però, forse, è un rischio che si è disposti a correre solamente a parole. È giusto che l'Inter chieda rispetto al sindaco Sala, ma l'Inter ricordi di portare rispetto a Milano e alla sua comunità.

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Giornalista dal 2019, sono redattore del servizio Milano per Fanpage.it dal novembre dello stesso anno. Precedentemente ho collaborato per Fcinternews.it e Libero Quotidiano per i servizi di cronaca, sport e spettacoli.
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