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Muore a 30 anni in un incidente in moto, il fratello: “Il suo corpo lasciato sull’asfalto per 5 ore”

Michele Garruto è morto lo scorso luglio in un incidente in moto. Il fratello Teodoro ricorda come il suo corpo era stato lasciato sull’asfalto per quasi 5 ore perché le autorità non sapevano di chi fosse la competenza.
A cura di Enrico Spaccini
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Michele Garruto (foto da Facebook)
Michele Garruto (foto da Facebook)

"Mio fratello ha perso la vita senza violare nessuna norma del codice della strada", scrive in un post su Facebook Teodoro Garruto ricordando la morte di Michele. Era il 7 luglio del 2022 quando il barbiere 30enne di Solaro (Milano) si è schiantato contro un veicolo che stava invertendo il senso di marcia in un punto dove non avrebbe potuto. Il ragazzo era morto sul colpo, ma il suo cadavere rimase disteso sull'asfalto per quasi cinque ore. "Avevo chiesto cosa stesse succedendo, ma mi rispondevano che non sapevano di chi fosse la competenza", continua Teodoro che poi afferma: "Su questa cosa non è mai stato aperto nessun fascicolo dalle Procure competenti e ad oggi quel conducente risulta ancora a piede libero".

L'incidente lungo la provinciale 31 bis

Michele aveva conquistato nel 2016 il titolo di miglior parrucchiere e barbiere d'Italia. Erano circa le 12:30 del 7 luglio dell'anno scorso quando con la sua moto stava percorrendo la strada provinciale 31 bis, tra Saronno, Ceriano Laghetto e Rovello Porro.

Arrivato al chilometro 1, dove sull'asfalto c'è doppia striscia continua, un furgone ha fatto inversione di marcia da una piazzola di sosta. A seguito delle perizie svolte sul caso, si è accertato che l'autista non ha verificato se in quel momento stava sopraggiungendo un'altra auto e, inoltre, è risultato positivo a cocaina e hashish.

Il 30enne, che stava viaggiando rispettando il limite di velocità, si è schiantato contro il mezzo ed è morto sul colpo. I sanitari arrivati con ambulanza ed elisoccorso non hanno potuto far altro che constatare la morte. "Oltre a loro, non arriva nessuno, nessun carabiniere", afferma il fratello.

Le quasi cinque ore d'attesa

La prima volante, stando al racconto di Teodoro, arriva dopo circa un'ora e mezza. "Senza nemmeno guardarci e scansandomi mentre correvo verso di loro per chiedere aiuto", continua a raccontare. Poi, però, arrivati davanti al corpo di Michele dicono che non è di loro competenza. "Dopo tre ore dall’incidente arrivano altre tre pattuglie", ricorda ancora il fratello della vittima, "tutte da paesi di diverse province".

Tutti ripetono ancora che quel caso non era di loro competenza. Il cadavere di Michele viene rimosso da un'agenzia funebre quando ormai sono quasi le 17. "Sull’accaduto non è stato mai aperto nessun fascicolo dalle Procure competenti", afferma Teodoro. Intanto, il pm avrebbe inviato un avviso di garanzia con il capo d’imputazione di omicidio stradale all'autista del furgone, anche se "ad oggi risulta ancora a piede libero".

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