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Morte Franco Colleoni, il figlio imputato per omicidio: “Non andavamo d’accordo ma non l’ho ucciso”

“Non l’ho ammazzato io”. Lo ha ribadito in aula Francesco Colleoni, figlio di Franco, ex segretario provinciale della Lega trovato morto il 2 gennaio nel cortiletto di casa con il cranio fracassato. Il figlio è imputato per omicidio volontario con l’aggravante del rapporto di parentela ma ha respinto ogni accusa.
A cura di Filippo M. Capra
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È stato ascoltato ieri sul banco dei teste il figlio di Franco Colleoni, Francesco, l'ex segretario provinciale della Lega trovato morto nel cortiletto di casa con il cranio fracassato nella mattinata dello scorso 2 gennaio. Francesco è imputato di omicidio volontario ma ha sempre respinto le accuse. Anche ieri ha ripercorso gli avvenimenti di quella mattina, dalla sveglia al giro col cane, fino alla scesa in cucina e alla discussione col padre per la caduta di alcuni paletti in cortile. Poi, improvvisamente, il buio. Ha un buco nella memoria ma è certo: "Mio padre non l'ho ammazzato io".

Morte Franco Colleoni, il figlio Francesco: Non sono stato io

Dal banco dei teste Francesco ricorda la chiamata ai soccorsi e il viaggio in ambulanza. Ma mentre parla di quel giorno, il presidente dell'Assise Giovanni Petillo lo interrompe chiedendo conto delle frasi dette alla madre nella sala della caserma dei carabinieri: "L’ho spinto. Mamma non ce la facevo più. Insulti, più producevo e più ero una merda". In merito a tali dichiarazioni, Colleoni si è difeso dicendo di aver detto quelle cose "perché volevo tranquillizzare mia madre" dopo tante ore in caserma. Poi ha ribadito: "Io non l'ho ammazzato". A quel punto, il pubblico ministero Emanuele Marchisio gli ha chiesto conto della sua testimonianza secondo cui l'appartamento del padre sarebbe stato a soqquadro, mentre nel resoconto offerto durante la testimonianza in aula non ha accennato ad un ingresso nella casa del genitore.

Il rapporto difficile tra padre e figlio: Botte a me e mia madre

Durante la deposizione, Francesco ha parlato anche del rapporto col padre Franco, descritto come un violento che dava botte a lui e alla madre "sin dalla tenera età". Francesco, cuoco che ha lavorato anche all'estero, aveva deciso di lasciare il ristornate di famiglia, "Il Carroccio" di Brembo di Dalmine, salvo tornare su richiesta del fratello Federico. Da internet, ha poi spiegato l'imputato, aveva appreso che il padre aveva messo in vendita l'attività perché sull'orlo del fallimento. Così, si sarebbe reso disponibile all'acquisizione ma la richiesta del genitore sarebbe stata spropositata: "Mi ha chiesto tra gli 800.000 euro e il milione di euro, il mio commercialista mi ha detto di lasciare perdere". A confermare il difficile rapporto tra padre e figlio anche alcuni dipendenti del ristorante i quali hanno aggiunto come Franco Colleoni avrebbe voluto assumere un altro cuoco dopo il lockdown per rimpiazzare il figlio che a tal proposito si è detto all'oscuro di questa decisione.

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