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Dalmine, omicidio dell’ex segretario provinciale della Lega Franco Colleoni: a processo il figlio

È stato rinviato a giudizio Francesco Colleoni. L’uomo è accusato dell’omicidio del padre Franco Colleoni, ex esponente della Lega Nord e ristoratore, ucciso il 2 gennaio nel cortile del suo ristorante “Il Carroccio” di Dalmine, in provincia di Bergamo. L’uomo – accusato di omicidio volontario aggravato da rapporto di parentela – sarà processato con giudizio immediato davanti alla Corte d’Assise di Bergamo.
A cura di Ilaria Quattrone
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È stato rinviato a giudizio Francesco Colleoni: il 34enne è figlio di Franco Colleoni, ex esponente della Lega Nord e ristoratore, ucciso il 2 gennaio nel cortile del suo ristorante "Il Carroccio" di Dalmine, in provincia di Bergamo. A deciderlo, nella giornata di oggi giovedì 13 maggio, è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bergamo. L'uomo – accusato di omicidio volontario aggravato da rapporto di parentela – sarà processato con giudizio immediato davanti alla Corte d'Assise di Bergamo.

L'omicidio dell'ex esponente della Lega

Colleoni è stato ucciso lo scorso 2 gennaio all'età di 68 anni: era un ristoratore ed ex segretario della sezione bergamasca della Lega Nord. Tra il 1995 e il 1999 è stato anche assessore provinciale di Bergamo. Al culmine di una lite sulla gestione del locale, il figlio lo avrebbe spintonato per poi sbattergli la testa contro il cordolo di pietra del cortile interno della trattoria. Subito dopo la lite – dalla quale il figlio si sarebbe procurato un taglio sulla guancia – il 34enne ha dato l'allarme affermando di aver trovato il corpo senza vita del padre. Dopo qualche settimana, grazie alle prove ottenute dai carabinieri, avrebbe confessato di aver avuto una colluttazione: ha poi affermato di non essere in grado di fornire un quadro completo di quanto successo a causa di un vuoto di memoria.

L'udienza è fissata al 3 giugno

Da diverso tempo padre e figlio, che si occupavano insieme la trattoria, erano ai ferri corti proprio relativamente alla gestione dell'attività nel periodo di chiusura dovuta al lockdown. Dopo l'arresto, il giovane avrebbe ammesso di aver messo a soqquadro l'appartamento dove il padre viveva per simulare un tentativo di furto. L'udienza per il 34enne è fissata al 3 giugno: l'uomo è difeso dall'avvocato Enrico Cortesi e il presidente della Corte sarà Giovanni Petillo.

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