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Omicidio ex segretario provinciale della Lega, a processo il figlio: “Cadavere irriconoscibile”

Francesco Colleoni, figlio di Franco Colleoni ucciso il 2 gennaio 2021, è accusato dell’omicidio del padre avvenuto fuori dal loro ristorante di Dalmine (Bergamo). Colleoni senior era stato ex segretario provinciale della Lega Nord. Ieri è iniziato il processo nei confronti del figlio: durante l’udienza sono stati ricostruiti i momenti successivi il ritrovamento del cadavere.
A cura di Ilaria Quattrone
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È accusato di omicidio volontario aggravato dal rapporto familiare: Francesco Colleoni ha 34 anni ed è uno dei figli di Franco Colleoni, ex segretario provinciale della Lega Nord, che il 2 gennaio 2021 è stato ucciso fuori dal suo ristorante "Il Carroccio", a Brembo di Dalmine (Bergamo). Ieri, giovedì 14 ottobre, è iniziato il processo davanti alla Corte d'Assise nei confronti del 34enne, difeso dagli avvocati Enrico Cortesi e Andrea Filipponi. Durante l'udienza è stato chiamato come teste Giovanni Sciusco, luogotenente della Scientifica del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Bergamo.

Le tracce di sangue sulla felpa del 34enne

Secondo quanto riferito da Sciusco, la traccia di sangue trovata sulla felpa del 34enne sarebbe dovuta a una colluttazione avuta prima dell'efferato gesto. Un litigio che, durante l'interrogatorio, aveva confermato anche Colleoni. Solo che dopo lo schiaffo ricevuto dal padre, il 34enne ha affermato di non ricordare più nulla. Ieri è stato quindi ripercorso tutto quello che è accaduto subito dopo il ritrovamento del cadavere: il corpo – come riporta il giornale "BergamoNews" – aveva la testa fracassata e, secondo le indagini delle forze dell'ordine, sarebbe stata più volte sbattuta contro alcune pietre che delimitano il prato del viale del ristorante: "Era irriconoscibile – ha detto ieri Sciusco – come se fosse stato sbattuto con violenza contro il bordo in cemento del giardino". Dopo che avrebbe ucciso il padre, Colleoni avrebbe inscenato una rapina in casa svuotando cassetti e aprendo la cassaforte. Il luogotenente ha però spiegato che i cassetti non sono stati rovistati, ma solo svuotati e che non sono state trovate impronte di terze persone.

La chiamata ai carabinieri alcuni giorni prima dell'omicidio

A sostenere l'ipotesi di colpevolezza nei confronti del figlio ci sono le tracce ematiche trovate sotto le unghie del padre che apparterebbero sia all'ex segretario che al figlio, la mano destra di Francesco Colleoni gonfia e il livido sul volto del 34enne che lui aveva raccontato di essersi procurato mentre tagliava la legna. Una versione smentita poi dal ritrovamento di una foto, scattata poco prima dell'omicidio, che mostra il giovane senza ferite. Il maresciallo capo Giuseppe Mineo ha raccontato che all'arrivo delle forze dell'ordine, la madre e Colleoni junior erano sotto choc mentre l'altro figlio, Federico, tentava invano di rianimare il padre. Il maresciallo ha inoltre spiegato che qualche giorno prima del fatto, il 28 dicembre, Colleoni senior aveva chiamato in caserma dicendo che il figlio l'aveva aggredito.

Il rapporto tra padre e figlio

Il gesto sarebbe stato conseguenza di una discussione per alcuni lampioni rotti che il 34enne avrebbe dovuto sistemare. Padre e figlio, stando a quanto ha detto da Francesco Colleoni al giudice per le indagini preliminari, avevano un rapporto complicato. Francesco, dopo il diploma all'Istituto alberghiero, aveva scelto di girare il mondo per poi tornare in Italia su richiesta del fratello e della madre. La prossima udienza si svolgerà il 28 ottobre.

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