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Milano esclusiva anche in estate, su 8 piscine 5 sono chiuse (e quando riapriranno l’ingresso potrebbe costare caro)

Degli otto centri balneari pubblici presenti a Milano ben cinque sono chiusi da anni per lavori di ristrutturazione o sono avviati verso una gestione privata, con il rischio di un aumento delle tariffe non più sostenibile per molti: sono le piscine Argelati, Lido, Scarioni, Saini e Suzzani, in grado di accogliere oltre 100mila bagnanti.
A cura di Francesca Del Boca
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Una città da oltre un milione e 400mila abitanti ufficiali. E solo tre piscine comunali attive, di cui un unico centro balneare e due vasche scoperte. È quanto succede anche quest'anno a Milano, torrida prigione di cemento dove nella stagione estiva si raggiungono facilmente medie giornaliere di 33 gradi. E dove non tutte le famiglie, tra giugno e agosto, possono permettersi di scappare al mare o in montagna o di trovare posto nei centri estivi cittadini, pochi e costosi.

Quali sono le piscine aperte a Milano

Ad accogliere decine di migliaia di milanesi saranno così per il 2025 il centro balneare Romano (la cosiddetta "Ponzio") in via Zanoia, Città Studi, e le vasche scoperte da 50 metri Sant'Abbondio in via Sant'Abbondio nel quartiere Chiesa Rossa Cardellino in via del Cardellino a Bisceglie (fino al 31 luglio, però, quest'ultima è aperta al pubblico solo dalle 14 in poi, dopo le attività dei centri estivi). Impianti gestiti dalla partecipata Milanosport che peraltro servono solo (per quanto in piccola parte) l'area a sud-est della città, lasciando completamente scoperta la popolatissima zona nord. A cui si aggiungono la piscina Lampugnano della Federazione Italiana Nuoto, attiva dall'estate 2024 e dedicata prevalentemente al nuoto sportivo, e la piscina Caimi ("Bagni Misteriosi") gestita dalla Fondazione Pier Lombardo in Porta Romana.

I Bagni Misteriosi in zona Porta Romana
I Bagni Misteriosi in zona Porta Romana

Su otto centri balneari, cinque sono chiusi

Ma cosa è successo? Perché solo queste pochissime realtà, destinate inevitabilmente a essere prese d'assalto? Esclusi i centri comunali già a gestione privata (Caimi e Lampugnano), degli otto centri balneari pubblici presenti a Milano ben cinque sono infatti chiusi per lavori di ristrutturazione o avviati verso la privatizzazione, con il rischio di un aumento delle tariffe non più sostenibile per tante famiglie: si tratta delle piscine Argelati, Lido, Saini, Suzzani e Scarioni, che in tutto erano in grado di accogliere oltre 100mila bagnanti ogni anno.

Mentre a peggiorare la situazione si è recentemente aggiunto un guasto tecnico alla piscina Cambini Fossati in zona via Padova, al chiuso ma dotata di solarium, che da settimana scorsa è chiusa fino a data da destinarsi. Come ha comunicato Milanosport, che gestisce l'impianto per conto di Palazzo Marino, sono infatti "in corso con il Comune e gli specialisti gli approfondimenti per verificare l'entità del problema, pertanto i tempi di riapertura non sono al momento prevedibili", mentre tra le tantissime proteste "si svolgeranno regolarmente invece i campus estivi e le attività di tennis e padel".

Il centro balneare Lido di Milano (San Siro)

Le condizioni del Lido di Milano in piazzale Lorenzo Lotto a Milano
Le condizioni del Lido di Milano in piazzale Lorenzo Lotto a Milano

Il centro balneare Lido di Milano, inaugurato negli anni Trenta in zona San Siro, può vantare una vasca scoperta da 9mila metri quadri. Uno spazio enorme che fino al 2019 accoglieva ogni estate, a tariffe comunali, oltre 50mila bagnanti e che da anni versa in condizioni di abbandono. Nel 2021, però, l'intera struttura è stata affidata dal Comune di Milano a Go Fit – Ingesport Health and Spa Consulting, multinazionale (privata) spagnola che costruirà anche una vasca d'acqua dolce in stile Idroscalo di Linate dove praticare canoa e kayak tutto l'anno, campi sportivi al coperto, un centro benessere e un parcheggio da più di 300 posti.

L’apertura, inizialmente fissata al 2025, è stata rinviata al 2026, come confermato in commissione comunale in questi giorni. Le tariffe mensili previste partiranno dai 39 euro per studenti, pensionati e disabili (ma solo nella fascia mattutina).

La piscina Scarioni (Niguarda)

La piscina Scarioni a Niguarda, estate 2017
La piscina Scarioni a Niguarda, estate 2017

Con un investimento che supera i 20 milioni di euro, sarà sempre il gestore spagnolo Go Fit – dopo un lungo e complesso iter burocratico – quello destinato a restituire alla collettività anche la Scarioni, storico centro balneare di Milanosport da 28mila metri quadrati chiuso dal 2018. Un centro ricreativo per la zona di Niguarda e anche un pezzo della storia di Milano con quattro piscine (tre vasche scoperte) e una capienza di 25mila persone ogni estate, immortalate nel cortometraggio di culto girato da Mario Monicelli e inserite nel film realizzato dal regista con Federico Fellini, Vittorio De Sica e Luchino Visconti Boccaccio 70. In futuro verranno presto dotate di ben 226 posti auto, distribuiti in un parcheggio mulitivello.

L'inizio dei lavori, se tutto procederà come da programma, è previsto per l'estate del 2026, con possibile riapertura nel 2028. I prezzi? Per la piscina esterna, si parla di 12,50 o 18 euro al giorno (giorni feriali e festivi), con sconti per fasce agevolate per anziani, bambini e per limite Isee simili a quelle di Milanosport. Ma l'assessora allo Sport Martina Riva ha sottolineato di aver già chiesto a Go Fit uno sforzo ulteriore sugli ingressi giornalieri.

La piscina Argelati (Navigli)

La piscina Argelati nel 2018
La piscina Argelati nel 2018

La prima piscina scoperta di Milano, costruita nel 1919 e restaurata negli anni Cinquanta. Rimasta in funzione fino alla stagione 2022, il centro balneare Argelati sui Navigli accoglieva ogni estate circa 30mila persone. Oggi è un buco nero di degrado, con vasche e spalti fatiscenti, con davanti un futuro ancora peggiore: per riaprire nel 2023 e poi nel 2024, sarebbero stati necessari numerosi lavori di manutenzione che l'amministrazione ha deciso di non svolgere in questi anni ("Non ha senso spendere 250mila euro per una piscina aperta solo tre mesi, l'obiettivo del Comune è che possa essere aperta tutto l'anno", le parole dell'assessora Riva). Mentre eventuali manifestazioni di interesse da parte di soggetti privati, al contrario, non sono al momento ancora note.

La piscina Argelati oggi (giugno 2025)
La piscina Argelati oggi (giugno 2025)

Le vasche e i solarium della Suzzani (Bicocca) e la Saini (Forlanini)

Chiusa almeno fino alla fine del 2025 (e più verosimilmente all'inizio del 2026, in tempo per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina) anche la piscina Saini in zona Forlanini. La Statale, che dal 2023 è il nuovo operatore, ha investito 36 milioni di euro nella riqualificazione dell’impianto, di cui 12 arrivano dal ministero dell’Università e altri 22 da Regione Lombardia: il progetto prevede, oltre all’adeguamento degli impianti, lavori di efficientamento energetico e informatico e il trasferimento della facoltà di Scienze Motorie. "La natura pubblica dei due enti garantirà la tutela di ogni fascia di utenza sulle tariffe", ha assicurato Palazzo Marino.

Anche il solarium della piscina Suzzani, zona Bicocca, da settembre 2022 ha serrato i battenti per ristrutturazioni. Anche in questo caso, infatti, dovevano da tempo essere portati a termine i lavori edili e di impiantistica (soprattutto per quanto riguarda la sicurezza antincendio) da parte della partecipata MM. La riapertura è prevista tra poco, nel luglio del 2025: a Milanosport servirà però ancora un mese (almeno) per la predisposizione di allestimenti, arredi, pulizie del fondo e verifica degli impianti. Da settembre dovrebbero quindi ripartire definitivamente i corsi della stagione invernale.

Le piscine comunali di Milano diventeranno per ricchi?

La protesta del comitato Sai Che Puoi per la riapertura a guida pubblica della piscina Argelati, Navigli
La protesta del comitato Sai Che Puoi per la riapertura a guida pubblica della piscina Argelati, Navigli

Con l'unica eccezione dell'Argelati, insomma, le piscine di Milano si avviano verso una lenta riapertura (e verso la riqualificazione) degli impianti preesistenti. La fase di crisi sarà presto superata? Solo in parte. "Queste trasformazioni causano un impatto sociale", fanno sapere i membri del comitato cittadino Sai Che Puoi, associazione che ha di recente sottoscritto un appello rivolto all'amministrazione comunale per riaprire i centri Scarioni e Argelati con un progetto a guida pubblica che garantisca l’accesso a tariffe comunali e preservi la destinazione degli spazi, così come per inaugurare la balneazione gratuita nel lago del Parco Nord a Niguarda e in Darsena. Per il Lido, ormai, è troppo tardi. "Questa è una dichiarata politica di aumento diretto delle disuguaglianze", recita il documento, che ha già raccolto più di 10mila firme.

La privatizzazione degli impianti, inevitabilmente, potrebbe comportare infatti un'innalzamento delle tariffe per i bagnanti. Quello che è accaduto ad esempio al centro balneare Caimi ("Bagni Misteriosi") gestito dalla Fondazione Pier Lombardo in via Carlo Botta (Porta Romana), dove un biglietto d'ingresso convenzionato (16 euro per il giornaliero del fine settimana) è comunque superiore del 100 per cento rispetto alle tariffe fissati per gli impianti a gestione pubblica di Milanosport (che si attestano intorno agli 8 euro). E dove si può beneficiare di tariffe calmierate solo in un determinato periodo, per la precisione dal 15 luglio al 30 settembre: per giugno e la prima metà di luglio sono infatti stabilite dal libero mercato (con un giornaliero a 25 euro invece che i 5,50 euro della Romano), scartando così una larghissima fetta di popolazione.

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La risposta del Comune di Milano

Un rischio, quello dell'esclusività delle tariffe, che Palazzo Marino però smentisce con forza. Chiarendo in più occasioni che il partenariato pubblico-privato non è una vera e propria privatizzazione, ma un percorso regolato da normativa propria che il Comune ha scelto di intraprendere per garantire equità e sostenibilità economica sul lungo periodo alla gestione degli impianti sportivi cittadini. E che le lungaggini delle riaperture spesso dipendono in realtà dalle verifiche che il Comune effettua sulla validità del progetto e soprattutto sulla definizione delle tariffe, che devono garantire accessibilità adeguata a tutta la cittadinanza.

L'esempio per eccellenza? Gli abbonamenti familiari della Scarioni, che metteranno in cartellone tariffe più competitive rispetto a quelle di Milanosport: in questo impianto è previsto infatti un abbonamento mensile individuale sui 60 euro e uno familiare (indipendentemente dal numero di figli) sui 90 euro al mese. Se rimarrà un caso unico, o se sarà la prassi, si vedrà. Del resto, manca ancora tanto tempo.

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