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Ladri in azione a scuola a Lodi: rubati oltre 50 pc, si torna a fare lezione sulla vecchia lavagna

Ladri in azione a Lodi la scorsa sera: ignoti si sono introdotti nel plesso scolastico di via Giovanni XXIII, che ospita il liceo Gandini e l’istituto tecnico Bassi, e hanno rubato oltre 50 pc. Il furto è avvenuto nel giro di una decina di minuti. Docenti e studenti sono ora costretti a fare lezione sulle vecchie lavagne.
A cura di Francesco Loiacono
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Immagine di repertorio
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Ammonta a oltre 50 pc il bottino di un furto avvenuto nella sera della scorsa domenica in una scuola di Lodi. Gli ignoti malviventi si sono introdotti nell'edificio che ospita il liceo Gandini e l'istituto tecnico Bassi, in viale Giovanni XXIII: in circa otto minuti hanno razziato i notebook, oltre una ventina al piano terra che ospita l'istituto tecnico e più di 30 al primo piano, dove si trovano le aule del liceo. All'istituto Bassi l'allarme era disattivato per via di alcuni lavori, mentre al liceo Gandini ha suonato alle 20.52: ma quando la polizia è intervenuta, attorno alle 21, dei ladri non c'era più traccia.

Il furto sembrerebbe opera di professionisti

Il furto parrebbe opera di professionisti: i ladri, probabilmente più di uno, hanno infatti scassinato le finestre sul retro dell'edificio evitando accuratamente di venire ripresi dalle telecamere che sorvegliano l'ingresso. Al Bassi, inoltre, tutti i computer erano chiusi a chiave in dei cassetti, uno per aula: i malviventi hanno dunque agito in modo mirato e con notevole efficienza. Il valore economico dei computer rubati non è molto alto: non si trattava infatti di pc recenti, come ha sottolineato al quotidiano "la Repubblica" il dirigente dell'istituto tecnico Bassi, Fausto Bianchi. Ma le ripercussioni sulla didattica saranno notevoli: già da ieri, infatti, docenti e studenti sono costretti a fare lezione in aula con le vecchie lavagne, perché i notebook servivano per collegarsi alle lavagne elettroniche per fare lezioni multimediali. E così il furto è finito col diventare un colpo al morale di docenti e soprattutto studenti: "È un atto grave nei confronti dei ragazzi, della loro voglia di tornare a scuola", ha detto Bianchi.

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